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Messina Denaro, il comandante del Ros: “Così vogliamo arrivare alla cattura del boss latitante”

Un nuovo colpo ai mandamenti mafiosi della provincia di Trapani nelle mani di Cosa Nostra e del boss latitante Matteo Messina Denaro: “Così vogliamo indebolirlo e arrivare alla cattura”, spiega a Fanpage.it il generale Pasquale Angelosanto, Comandante del Ros.
Intervista a Pasquale Angelosanto
Comandante del Ros (Raggruppamento operativo speciale) dei Carabinieri
A cura di Chiara Ammendola
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Sono 35 le persone arrestate questa mattina da parte dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani nell'ambito del blitz "Hesperia" volto a colpire i cosiddetti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, boss di Cosa nostra, latitante da quasi 30 anni. Un'operazione volta ad aggiungere nuovi tasselli nella caccia a uno dei malavitosi più pericolosi e ricercati al mondo, come spiega a Fanpage.it il Generale Pasquale Angelosanto, Comandante del Ros: “Gli esponenti di primo piano arrestati questa mattina rappresentano il vertice della struttura di Cosa nostra, che hanno rapporto diretto con il latitante Messina Denaro che ha la provincia trapanese tutt'ora saldamente nelle sue mani”.

Questa mattina è stata portata a termine un'operazione importante nell'ambito della caccia al boss latitante Matteo Messina Denaro
L'operazione di questa mattina dimostra ancora una volta che le ricerche del latitante Matteo Messina Denaro sono caratterizzate da una continuità nell'attività di indagine che ha portato nel tempo all'esecuzione di oltre 140 misure cautelari oltre che a sequestro e alla confisca di beni del valore di oltre 150 milioni.

Qual è il valore di questo tipo di operazioni per la cattura di Messina Denaro?
Queste attività investigative nel tempo hanno ogni volta interrotto la ricostituzione e l'operatività dei mandamenti mafiosi della provincia di Trapani, e quando noi parliamo di mandamento mafioso facciamo riferimento a quella unità organica di Cosa nostra che sovrintende alle attività delle famiglie mafiose che sono dislocate sul territorio

In merito all'intervento di questa mattina nei confronti delle strutture e delle dinamiche delle famiglie mafiose di Campobello Mazara, Mazara del Vallo e Marsala, facciamo riferimento a due mandamenti mafiosi, soprattutto a quello di Castelvetrano che è storico nella provincia di Trapani ed è stato da sempre capeggiato ad appartenenti alla famiglia Messina Denaro. Uno dei capi di questo mandamento è stato infatti il padre del latitante stesso.

Perché sono importanti queste connessioni? 
È importante chiarire questo punto perché gli esponenti di primo piano arrestati questa mattina sono il vertice della struttura di Cosa nostra, che hanno rapporto diretto con il latitante e la provincia trapanese è tutt'ora saldamente nelle mani di Matteo Messina Denaro: la sua leadership è riconosciuta dai capi e dagli associati alle famiglie i quali ricevono le direttive funzionali o all'organizzazione o alla riorganizzazione nel caso in cui le famiglie stesse vengano colpite da provvedimenti giudiziari, così da rimettere in piedi gli assetti interni. Le nuove composizioni fanno riferimento alle direttive ricevute dal capo che è Matteo Messina Denaro che, voglio precisare, non è il capo di Cosa nostra, ma è sicuramente quello della provincia di Trapani.

Il Generale Pasquale Angelosanto
Il Generale Pasquale Angelosanto

Cosa Nostra è ancora saldamente infiltrata nel sottosuolo siciliano, e Trapanese in questo caso
Un altro concetto importante che è emerso è che queste indagini hanno restituito un'immagine di vitalità perdurante di Cosa Nostra nella provincia di Trapani che è caratterizzata dal rigoroso rispetto delle regole che hanno nel tempo contraddistinto le attività dell'organizzazione: la struttura dell'organizzazione rappresenta la vera forza di Cosa Nostra a Trapani. Il rispetto delle regole dà infatti una continuità gestionale e operativa sul territorio che è sotto il controllo delle famiglie. Oggi noi abbiamo interrotto le attività delittuose di alcuni capi famiglia, ma proprio perché ci sarà il rispetto delle regole bisogna stare attenti al fatto che Cosa Nostra cercherà i sostituti di queste persone.

Abbiamo registrato una interlocuzione ultra provinciale tra gli appartenenti a Cosa Nostra trapanese e gli appartenenti a Cosa nostra palermitana , agrigentina e catanese. I nostri indagati dialogavano gli esponenti delle altre province mafiose e queso accadeva proprio perché gli era riconosciuta l'appartenenza alla provincia guidata da Matteo Messina Denaro.

Questa caccia a Messina Denaro si concluderà un giorno (con esito positivo)? 
La strategia operativa è ben chiara: le attività di indagine hanno l'obiettivo di indebolire le strutture e la rete di favoreggiamento intorno a Messina Denaro, impoverendo la struttura e restringendo l'operatività del latitante, nella convinzione che si arriverà prima o poi alla sua cattura. La difficoltà nel muoversi e gestire il tutto sono l'unico modo per arrivare al suo arresto che confido avvenga quanto prima.

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