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Mafia, il decalogo del 41 bis: dagli arredi della cella alla tv, come cambia il carcere duro

Dagli alimenti alle sigarette, passando per riviste, cibo, pentole e vestiti. Ecco cosa è concesso a chi è sottoposto al 41 bis. Il provvedimento mira a rendere più omogeneo il trattamento dei carcerati di tutti gli istituti di pena.
A cura di Biagio Chiariello
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Dall'assistenza sanitaria all'attività lavorativa, dagli alimenti alle sigarette, passando per riviste e giornali. E ancora il cibo, le bevande, il taglio dei capelli, l'uso della tv e i colloqui con i familiari. A 25 anni dall'introduzione del regime carcerario duro per i boss arriva per la prima volta un provvedimento che regolamenta in modo specifico la vita di chi è sottoposto al 41 bis. “Il detenuto/internato – si legge nella circolare del Dap – all'atto del primo ingresso deve essere sottoposto a perquisizione personale e subito dopo ad una prima visita medica generale. Dopo l'espletamento delle formalità di cui sopra e, comunque, entro le 24 ore successive, il detenuto/internato effettua il colloquio di primo ingresso. Gli è consentito tenere con sé soltanto gli oggetti indicati nelle disposizioni che seguono”. Nel documento c’è un riferimento anche alla scelta dei compagni di socialità ed è prevista inoltre “la limitazione degli incontri tra i vertici delle medesime ‘famiglie’, di gruppi alleati e di gruppi o clan contrapposti”.

Gli arredi delle celle

La circolare detta disposizioni anche sull'arredamento delle celle e sul materiale fornito ai detenuti: dal pentolame che deve avere dimensioni prestabilite a oggetti come “forbicine (con punte rotonde), taglia unghie (senza limetta), pinzetta (in plastica), rasoio in plastica e rasoio personale autoalimentato. Non sono consentiti generi di toeletta in confezione spray e sono ammessi prodotti contenuti esclusivamente in recipienti di plastica”.

Tv, abbigliamento, attività in carcere

I detenuti – inoltre – possono permanere all'aperto per non più di due ore al giorno da trascorrere all'aria aperta o svolgendo attività ricreative/sportive, in appositi locali adibiti a biblioteca, palestra e sala hobby. All'interno della sala saranno messi a disposizione, su richiesta dei detenuti/internati, giochi di società e mazzi di carte avendo cura di controllare la presenza di eventuali segni, annotazioni e simboli apposti sugli stessi”. Nel documento è regolamentato poi l'abbigliamento: è escluso l'uso di calzature che possono prestarsi a nascondere oggetti, ad esempio, e sulle foto che si possono tenere in cella. E sui canali tv: “La visione dei programmi sarà limitata ai principali canali della rete nazionale vale a dire pacchetto rai (1-2-3-4-5, news, movie, scuola, storia, rai sport 1 e 2, premium, yoyo, gulp), canale 5, rete 4, Italia uno, la sette, cielo, iris e TV 2000, preventivamente sintonizzati ed abilitati da tecnico di fiducia della Direzione”.

Perché è stato necessario il decalogo del 41 bis

Il decalogo è stato sottoscritto dal Direttore Generale dei Detenuti e del Dipartimento, Roberto Piscitello, vistato dal capo del Dipartimento Santi Consolo e condiviso con il Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo. Più in generale, si può dire che i diritti ed i doveri dei detenuti sottoposti al carcere duro sono ora stabiliti a livello centrale attraverso una serie di direttive valide per tutti, così da evitare le differenze nel trattamento che possano anche creare posizione di potere dietro le sbarre. Finora, infatti, la vita dei boss in regime di detenzione speciale era disciplinata genericamente dalla norma del 41 bis che nel tempo, proprio perché generica, ha richiesto l'intervento dei tribunali di sorveglianza per indicazioni sempre più dettagliate e specifiche caso per caso.

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