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Mafia a Palermo, in mano ai clan anche le case di riposo: blitz a Brancaccio, 25 arresti

Nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia e degli uomini della Squadra Mobile palermitana il mandamento mafioso di Brancaccio. Nel corso dell’operazione sequestrati anche beni ritenuti nelle disponibilità dell’organizzazione criminale per un valore approssimativo di circa un milione di euro.
A cura di Antonio Palma
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Maxi blitz antimafia da parte della polizia di stato dalle prime luci dell'alba di oggi martedì 2 luglio a Palermo. Nel mirino degli agenti le attività illecite del mandamento mafioso di Brancaccio e in particolare della famiglia di corso dei Mille. Su indicazione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo, che ha coordinato le indagini, gli agenti  hanno eseguito venticinque misure di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone ritenute a vario titolo parte integrante del mandamento mafioso palermitano. Per gli arrestai le accuse a vario titolo vanno dall'associazione per delinquere di tipo mafioso, all'estorsione aggravata, dall'incendio doloso al trasferimento fraudolento di valori aggravato, dall'autoriciclaggio alla detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio passando per il contrabbando di Tabacchi Lavorati Esteri. Nel corso dell'operazione sequestrati anche beni ritenuti nelle disponibilità dell'organizzazione criminale per un valore approssimativo di un milione di euro.

Con questa operazione gli inquirenti infatti hanno voluto colpire i redditizi affari criminali del mandamento che rappresentano un elemento chiave  nell’economia della diramazione di  Cosa nostra del capoluogo siciliano. Le indagini condotte dagli uomini della Squadra Mobile palermitana "hanno radiografato l’economia ‘diversificata' di un sodalizio criminale, già profondamente colpito, nel luglio del 2017, dall’operazione Maredolce, capace di intessere rapporti stabili con autorevoli esponenti di altri mandamenti di Cosa nostra palermitana e di incidere e condizionare profondamente il tessuto economico, tanto legale quanto illecito, di quella porzione di territorio” scrivono gli inquirenti. Secondo i pm, "il sodalizio criminale esercitava un capillare e rigoroso controllo del territorio". Nelle loro mani non solo "la microcriminalità predatoria, assoggettata all’autorità mafiosa”,  ma anche le immancabili estorsioni, la droga, il business delle slot machine e addirittura  il controllo di alcune case di riposo.

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