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Lunigiana, le frasi choc dei 37 carabinieri indagati agli immigrati: “Ti stacco la testa”

Rese note le intercettazioni emerse a conclusione dell’indagine che ha coinvolti 37 carabinieri, tra cui due ufficiali, in Lunigiana: “Basterebbe prenderli e invece di portarli in caserma farli sparire, come fanno i cinesi, un solo colpo alla nuca, nella fossa, calce, tappi tutto ed è l’unico modo per levarli di mezzo”. Per uno di loro ci sarebbe anche la contestazione del maltrattamento della moglie.
A cura di Ida Artiaco
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"Capiscono solo le legnate". "Ti stacco la testa se ti rivedo". "Basterebbe prenderli e invece di portarli in caserma farli sparire, come fanno i cinesi, un solo colpo alla nuca, nella fossa, calce, tappi tutto ed è l’unico modo per levarli di mezzo". Queste sono solo alcune delle frasi estrapolate dalle intercettazioni che emergono dall'atto di conclusione dell'indagine sui 37 carabinieri in Lunigiana per violenze, tra cui due ufficiali, con diverse imputazioni tra di loro. Il caso era scoppiato nello scorso mese di giugno, quando  la Procura della Repubblica di Massa Carrara aveva contestato comportamenti illeciti ad alcuni militari delle caserme di Aulla e Licciana Nardi, arrestando quattro persone. Poi alla fine della scorsa settimana, sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini, che hanno fatto emergere nuovi particolari sulla vicenda.

Le intercettazioni ambientali e nelle auto di servizio hanno mostrato il modo di operare dei militari indagati a vario titolo per lesioni, abuso d’ufficio, falso e anche per un episodio di abuso sessuale. "Capiscono solo le legnate", dicevano tra di loro e non mancavano di minacciare gli stranieri fermati per i controlli. E ancora: "Ti stacco la testa se ti rivedo", "Ti butto nel fiume". Addirittura, avrebbero costretto un cittadino marocchino, parcheggiatore abusivo in un supermarket, a lasciare Aulla dopo averlo picchiato e preso a calci e pugni ripetutamente. Episodi, questi, di poco conto se si paragonano alle lesioni e contusioni multiple procurate  a un extracomunitario per avergli sbattuto la testa contro il citofono della caserma, ai colpi di manganello sulle mani appoggiate alle portiere delle auto durante i controlli fino alle scariche elettriche prodotte da due storditori per costringere uno spacciatore a rivelare dove tenesse la droga. Non mancano neppure le sevizie sessuali ad un giovane marocchino.

Secondo la Procura, l’unica finalità  degli indagati era compiere atti di "discriminazione e odio razziale". Ma non solo. Sono usciti fuori, a conclusione delle indagini, anche verbali falsificati, o mai redatti, turni saltati e finte ore di servizio, che i militari coinvolti avrebbero compiuto dichiarando il falso ai superiori. Secondo la Procura, come riporta il Corriere della Sera, "facevano apparire integralmente svolto il loro servizio, pattugliamenti e controlli dei domiciliari mentre in realtà rimanevano in caserma o rientravano ore prima". Per uno di loro, ci sarebbe anche la contestazione del maltrattamento della moglie, con "ingiurie, percosse, sputi in faccia e schiaffi in pubblico".

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