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Luca Traini ha scritto un libro per risarcire le vittime del suo raid razzista

Luca Traini, l’uomo che il 3 febbraio 2018 ha compiuto un raid razzista a Macerata ferendo sei migranti nordafricani per “vendicare l’omicidio di Pamela Mastropietro”, ha scritto un libro nel carcere di Montacuto in cui è recluso i cui proventi serviranno a risarcire le vittime della sua follia razzista.
A cura di Davide Falcioni
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"Luca Traini ha scritto un libro dedicato a Pamela e sta cercando una casa editrice per pubblicarlo". A rivelarlo è stato l'avvocato Giancarlo Giulianelli, legale che difende l'estremista di destra marchigiano condannato a dodici anni di reclusione (con il rito abbreviato) per la tentata strage razzista del 3 febbraio 2018, quando seminò il panico nel centro di Macerata sparando all'impazzata contro i cittadini nordafricani che incontrava per strada mentre era alla guida della sua automobile. Quel giorno solo la fortuna scongiurò quella che altrimenti sarebbe stata una mattanza razzista: il bilancio totale fu infatti di sei persone ferite. Catturato dopo poche ore, Traini fece il saluto romano e in seguito spiegò di aver compiuto il raid xenofobo per vendicare la morte di Pamela Mastropietro 18enne romana, il cui cadavere fu trovato lungo una strada della provincia di Macerata fatto a pezzi e chiuso in due trolley.

Parlando con la stampa a margine della prima udienza del processo davanti alla corte d'assise d'appello di Ancona, rinviata a mercoledì prossimo per un improvviso impedimento del presidente, l'avvocato ha spiegato che "il ricavato della vendita del libro e quello della sua Alfa 147 (utilizzata per la tentata strage), che è stata dissequestrata, serviranno a soddisfare le richieste delle parti civili visto che Luca non ha disponibilità economiche". Luca Traini è recluso nel carcere di Montacuto di Ancona ed "è intenzionato anche ad iscriversi al corso di laurea in scienze politiche dell'Università di Camerino, che invece è in atto in altri territori". Il legale sta verificando se esiste "una convenzione tra l'istituto penitenziario e l'ateneo", che possa favorire il percorso di studi del suo assistito. A prescindere da quello che sarà l'esito dell'appello, che secondo l'avvocato dovrebbe arrivare a revisionare la condanna per strage, il 18enne tolentinate è consapevole che "dovrà scontare una pena non breve".

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