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Loreto, abusi su 2 minori in piscina: “Li ha avvicinati con la scusa di fare giochi d’apnea”

Un operaio di 48 anni è stato condannato a 4 anni di reclusione e al pagamento di un totale di 25mila euro di risarcimento per aver abusato di due bambini, una femmina di 13 e un maschietto di 11 anni, nella vasca idromassaggio della piscina di un centro sportivo di Loreto. In uno degli episodi contestati, l’uomo li avrebbe avvicinati con la scusa di fare giochi d’apnea per poi toccarli.
A cura di Ida Artiaco
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Li ha avvicinati con la scusa di fare giochi d'apnea e poi ha abusato di loro. Abbracci proibiti nella vasca idromassaggio, carezze hard e un tentativo di avere con loro rapporti sessuali completi. È questo l'incubo vissuto da due bambini, una femmina di 13 anni e un maschietto di 11, che è terminato nelle scorse ore con la condanna del loro aggressore, un operaio di 48 anni, a 4 anni di reclusione per violenza sessuale aggravata e al pagamento di 8mila euro come risarcimento per la piccola, della provincia di Ancona, e 17mila euro come risarcimento per il bambino, originario della provincia di Macerata. Entrambi i minori si sono costituiti parti civili attraverso i genitori rappresentati dagli avvocati Andrea Reginelli e Maurizio Ballarini.

I fatti si sarebbero svolti alla fine del 2016 all'interno della piscina di un impianto sportivo di Loreto. Due, in particolare, gli episodi considerati. Come riporta la stampa locale, il primo risale al 27 ottobre del 2016. Finita la lezione di nuoto i due minorenni, la bambina aveva all’epoca 13 anni e il bambino 11, si erano fermati nella vasca idromassaggio, dove sarebbero stati avvicinati dal 48enne, in costume da bagno. L'uomo avrebbe detto loto di voler fare un gioco di apnea, ma si sarebbe avvicinato troppo, facendosi toccare le parti intime e toccando a sua volta i bambini. Dopo un mese l'episodio si sarebbe ripetuto solo con l’11enne, ma questa volta l'operaio avrebbe tentato un approccio più aggressivo. Pochi giorni dopo, ancora sotto choc, il piccolo si è confidato con la mamma raccontandole quello che gli era successo e il genitore si è rivolto ai carabinieri scoprendo anche la denuncia della 13enne,che invece aveva raccontato tutto ad un'amica che a sua volta aveva riferito l'accaduto alla maestra.

L'aggressore è stato identificato grazie ad un particolare tatuaggio che i bambini avevano indicato ed è stato arrestato nel febbraio nel 2017 dopo le indagine condotte dai militari di Osimo e rimesso in libertà dopo un periodo ai domiciliari. Da allora ha sempre fermamente negato tutte le accuse, spiegando che i due minori avevano esagerato e si erano inventati tutto. Della sua colpevolezza è stato, invece, convinto il collegio penale presieduto dal giudice Carlo Masini che mercoledì 6 marzo, in tribunale, lo ha condannato.

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