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Cambiamenti climatici

Lo scioglimento dei ghiacciai sposta il confine tra Svizzera e Italia: colpa del cambiamento climatico

Lunghi tratti del confine italo-svizzero sono definiti dalla linea spartiacque rappresentata dal crinale dei ghiacciai, dei nevai o delle nevi perenni. A causa dello scioglimento dei ghiacciai, tuttavia, “questi elementi evolvono e ridefiniscono il confine nazionale”, come scrive il Governo svizzero in una nota.
A cura di Davide Falcioni
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Oltre alle ondate di calore, ai nubifragi e agli altri eventi meteo estremi il cambiamento climatico è destinato a ridisegnare anche i confini tra gli stati. Ne sanno qualcosa Svizzera, Francia e Italia: a causa dello scioglimento dei ghiacciai, infatti, i confini tra i tre Paesi stanno mutando e proprio la scorsa settimana, venerdì 27 settembre, il Consiglio federale elvetico ha approvato la firma dei progetti che mirano a modificare la linea di frontiera nei pressi del Cervino e intorno o a Ginevra.

Nelle regioni di alta montagna, infatti, lunghi tratti del confine italo-svizzero sono definiti dalla linea spartiacque rappresentata dal crinale dei ghiacciai, dei nevai o delle nevi perenni. A causa dello scioglimento dei ghiacciai, tuttavia, "questi elementi naturali evolvono e ridefiniscono il confine nazionale quando questo viene determinato in modo dinamico", scrive il Governo svizzero in una nota.

Nel caso in questione, la Commissione mista per la manutenzione del confine italo-svizzero ha elaborato nel maggio dello scorso anno un progetto per rettificare il confine, "conformemente agli interessi economici delle due parti". L’area interessata è quella della Testa Grigia/Plateau Rosa, del rifugio Carrel e della Gobba di Rollin, tutti nella zona del Cervino, una delle montagne più alte d'Europa. Le modifiche esatte ai confini saranno formalizzate e l'accordo sarà pubblicato non appena Roma e Berna avranno firmato l'accordo.

Secondo recenti studi nel 2023 i ghiacciai svizzeri a causa del cambiamento climatico di origine antropica hanno perso il 4% del loro volume, mentre nel 2022 la perdita fu addirittura del 6%. Il rapporto annuale dalla Swiss Glacier Monitoring Network (Glamos) attribuisce tali perdite alle estati molto calde consecutive e alle scarse nevicate. I ricercatori sostengono che se questi modelli meteorologici continueranno, il disgelo non farà che accelerare.

Nel 2023 Glamos aveva lanciato l'allarme: alcuni ghiacciai svizzeri si stanno riducendo così rapidamente che è improbabile che possano essere salvati, anche se le temperature globali venissero mantenute entro l'obiettivo di aumento di 1,5 °C previsto dall'accordo di Parigi sul clima.

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