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Lido a Chioggia: “Qui gli africani non possono entrare”. La testimonianza: “Io sono italiano”

La vicenda del Lido di Chioggia che ha respinto due ragazzi perché “di colore” ha portato il questore di Venezia alla chiusura per due settimane del locale. Pietro Braga, uno dei due ragazzi respinti, racconta quanto accaduto in un’intervista.
A cura di Redazione
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La vicenda del lido di Chioggia che non ha permesso l'ingresso a due ragazzi perché "africani" ha generato un moto di polemiche e sdegno verso il lido. Uno dei ragazzi, Pietro Braga, 18 anni, ha raccontato la sua esperienza in un'intervista sul Corriere della Sera:

"All’inizio ero disorientato. Quando il buttafuori mi ha detto che gli africani non potevano entrare, io e i miei amici ci siamo guardati e siamo scoppiati a ridere: pensavamo fosse una battuta. Gli ho detto ‘Dai, ti mostro la carta d’identità, sono italiano', ma lui mi ha detto di lasciar stare e non ha guardato il documento. Lì ho capito che faceva sul serio".

Il giovane è un italiano di origini etiopi ma tanto è bastato ai buttafuori del lido per impedirgli l'ingresso il 31 luglio scorso quando, di domenica, si è recato Al Cayo Blanco di Sottomarina perché "di colore". Il ragazzo ha sporto denuncia ai Carabinieri e il questore di Venezia, Maurizio Masciopinto, a seguito anche di altri fatti di cronaca che hanno visto coinvolto il locale, ne ha deciso la chiusura per due settimane.

La testimonianza di Pietro Braga allontanato dal lido perché "di colore"

"I miei genitori mi hanno adottato da piccolissimo e sono cresciuto qui. Gioco a calcio da quando ho otto anni, prima ad Adria e poi alla Spal Ferrara, gli anni della promozione in serie A. L’ultima stagione l’ho passata in America e adesso riprenderò a giocare qui, vicino a casa". Era la prima volta che ci andavo. Sapevamo che l’ingresso è vietato ai minorenni e ci siamo portati la carta d’identità. Ma i miei amici sono entrati e io sono stato bloccato. non potevano entrare. Che c’erano lì vicino altri due ragazzi lasciati fuori. Uno era di colore e uno portoghese. Mi ha allontanato ripetendo che le persone di colore non potevano entrare, che erano ordini dall’alto e non dipendeva da lui. Ho chiesto di parlare con un responsabile della sicurezza e lui ha confermato. Gli ho anche fatto vedere la carta d’identità, gli dicevo che sono italiano ma lui ha risposto ‘Non mi interessa, tu non entri'".

Perché sono stati esclusi

"Mi ha detto che c’erano stati dei furti nei giorni precedenti. Mi sono avvicinato agli altri due ragazzi rimbalzati, parlavano in dialetto per far capire che erano del posto. Il mio amico poi ha chiamato l’avvocato e io mia mamma, che inizialmente non ci poteva credere..".

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