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“Le mascherine da 50 centesimi non esistono“: l’accusa di farmacisti e negozianti

Abbiamo fatto un giro per Bologna alla ricerca delle tanto discusse mascherine chirurgiche al prezzo di 50 centesimi (più Iva), trovandole solo in due farmacie. “Arrivano cinquanta o cento pezzi ogni 24 ore e finiscono subito, per questo le diamo due o tre alla volta per accontentare tutti” spiegano alcuni farmacisti. La maggior parte di loro, pur di non far mancare ai propri clienti questi dispositivi di protezione, indispensabili anche nella cosiddetta fase due, hanno deciso di rimetterci di tasca propria vendendo ad un prezzo inferiore rispetto a quanto pagato ai fornitori la merce ancora in deposito. Mascherine chirurgiche, inoltre, introvabili anche in edicola, ferramenta e tabaccai, indicati da alcuni come possibili rivenditori.
A cura di Beppe Facchini
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Mascherine chirurgiche a 50 centesimi (più Iva) ancora introvabili. O se ci sono, una volta fornite alle farmacie, vanno a ruba in pochissimo tempo, al punto che per accontentare tutti in tanti hanno deciso di rimetterci di tasca propria, rivendendo merce pagata anche il doppio comunque al prezzo annunciato la scorsa settimana dal premier Giuseppe Conte e dal commissario straordinario Domenico Arcuri, sperando di ottenere quel rimborso di cui tanto si parla. È questa la situazione attuale sulle tanto discusse mascherine a prezzo calmierato, almeno per quanto riguarda Bologna. Nel capoluogo emiliano abbiamo infatti provato a cercare questi dispositivi praticamente dovunque, anche in parafarmacie, supermercati, ferramenta, tabaccai ed edicole, indicati da alcuni farmacisti della città come possibili alternative per reperire i preziosi dispositivi di protezione.

"Mai avute e mai penso che ci saranno" commenta un edicolante. "Non saprei neanche dove andarle a prendere, e poi non mi è arrivata neppure alcuna comunicazione da parte della federazione dei tabaccai" dice invece un'altra negoziante dal suo bancone con sigarette, cartine e filtri. "Il prezzo più basso che abbiamo è 75 centesimi più Iva" spiegano i titolari di una ferramenta non molto distante dal centro, mentre in un punto vendita di un noto marchio della grande distribuzione aggiungono: "Non le abbiamo proprio".

E allora dove sono queste mascherine chirurgiche a cinquanta centesimi? "In maniera molto scaglionata, però qualcosa arriva" risponde un farmacista bolognese. "Ce ne danno un centinaio alla volta, con la possibilità di rifare l'ordine almeno dopo 24 ore. Ne diamo due o tre a persona per accontentare tutti" continua, adoperandosi per garantire i dispositivi ai propri clienti esattamente come una collega che dall'altra parte della città, almeno quando siamo andati a cercarle, aveva ancora poche mascherine a disposizione. "Finiscono molto velocemente, per questo cerchiamo di contingentarle" assicura.

Nell'unica altra farmacia dov'è stato possibile reperire le mascherine a prezzo calmierato se ne vendono invece in pacchetti da cinque. E, fortunati, siamo arrivati proprio quando erano rimasti gli ultimissimi pezzi. Ma non si tratta delle mascherine fornite dopo l'annuncio del Governo. "Sono le nostre scorte -spiega la farmacista-, pagate 80 centesimi più Iva. Ci stiamo rimettendo, ma non ne prenderemo più, magari da un giorno all'altro decidono di farle pagare 10 centesimi" è l'amara ironica osservazione. "Sembra un film, i miei fornitori non ne hanno perché anche loro le pagano 50 centesimi" dice un altro farmacista del centro. "Su quattro depositi contattati, tre non ne avevano -aggiunge un'altra-. E non sappiamo nulla sui tempi". "Abbiamo venduto quelle che avevamo a 50 centesimi, ma adesso è finita e aspettiamo che ce le mandino" raccontano invece da una parafarmacia non molto distante.

Anche altri addetti del settore hanno scelto la stessa linea, garantendo i dispositivi in magazzino, pagati di più qualche mese fa e allineandosi ai cinquanta centesimi annunciati, pur di non lasciare "scoperti" i clienti che ne avevano bisogno. "Riusciamo a venderle a 50-60 centesimi ma sono poche" confessa invece un altro farmacista del centro, raccontando di doverle anche vendere tutte insieme nel caso di richieste da parte di fabbriche, ristoranti o società di ciclofattorini, mentre una collega sottolinea: "Ciò che viene detto in televisione non corrisponde alla realtà, si è detto di venderle a 50 centesimi ma nessuno era pronto, è stato fatto tutto alla rinfusa".

"Abbiamo venduto la vecchia fornitura al prezzo imposto, pensando di riceverle questo lunedì, però non sono ancora arrivate -conclude un farmacista-. Ci abbiamo rimesso, ma adesso con questo accordo con la nostra associazione dovremmo avere il risarcimento della differenza fra quanto le abbiamo pagate e quanto le abbiamo vendute: speriamo".

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