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Le mani della ‘Ndrangheta sull’Umbria, decine di arresti e sequestri: “Economia infiltrata”

Operazione di polizia nella notte: l’inchiesta dello Sco con le squadre mobili di Perugia, Catanzaro e Reggio Calabria, coordinate dalle Dda di Catanzaro e Reggio, riguarda diversi presunti appartenenti alle cosche Trapasso, Mannolo e Zofreo di San Leonardo di Cutro e i Commisso di Siderno. Non solo l’Umbria: la Mafia sembra aver attecchito anche in Toscana.
A cura di Redazione
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Il tessuto economico di un'intera regione infiltrato "in maniera significativa". La ‘ndrangheta, con il suo immenso potere politico e finanziario, aveva messo le mani sull'Umbria. Questo il quadro desolante che emerge da un'importante operazione di polizia durata mese e che ha avuto il suo apice questa notte quando sono scattate decine di arresti e decine di sequestri per diversi milioni di euro. L'inchiesta dello Sco della Polizia con le squadre mobili di Perugia, Catanzaro e Reggio Calabria, coordinate dalle Dda di Catanzaro e Reggio, riguarda diversi presunti appartenenti alle cosche Trapasso, Mannolo e Zofreo di San Leonardo di Cutro e i Commisso di Siderno. Dagli accertamenti e dalle intercettazioni è emerso che le famiglie di ‘ndrangheta non solo continuavano ad operare nei territori storicamente controllati ma erano riuscite ad infiltrare il tessuto economico umbro. I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11 al Centro polifunzionale della polizia di Catanzaro alla quale parteciperanno il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e il capo della Direzione centrale anticrimine (Dac) della Polizia Francesco Messina.

In aumento la presenza della mafia in Toscana

Le quattro mafie storiche (Cosa Nostra, Camorra, Sacra Cora Unita e la stessa ‘Ndrangheta) continuano a non avere insediamenti stabili in Toscana ma sono sempre più riconoscibili tracce di una crescita di gruppi di criminalità organizzata nel territorio. A metterlo in evidenza è il terzo “Rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione” a cura dalla Scuola Normale di Pisa per conto della Regione Toscana.

In testa alla classifica del rischio di infiltrazioni mafiose le città di Grosseto, Livorno, Prato e Massa. Prato è tra le località in testa alla non invidiabile classifica del numero di denunce per riciclaggio, mentre Livorno ha percentuali significative per spaccio e traffico di stupefacenti. E il porto di Livorno vanta il poco invidiabile primato dei chili di cocaina sequestrati lo scorso anno, il 2018: 530. In tutta la regione, nell’anno in questione, sono stati 589.

La Toscana, a proposito di cocaina sequestrata, è al terzo posto in Italia dopo Veneto e Lazio.

Cresce anche la quantità di beni immobili confiscati alle organizzazioni criminali: 572 proprietà situate in 67 comuni diversi. Stiamo parlando del 23% del territorio regionale. Il 40% di questi beni appartenevano alla Camorra, l’ 11,5% a Cosa Nostra, il 6,2% alla ‘Ndrangheta. In aumento anche i fenomeni di corruzione: 150% di reati in più, con la concussione che raddoppia, gli abusi d’ufficio in crescita del 67%, i reati societari del 37%.

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