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Le mani della mafia sul gioco online: know how delle scommesse online a nipote di Messina Denaro

I reati ipotizzati dalla Dda per i 336 indagati sono esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata e autoriciclaggio con l’aggravante di avere favorito l’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano. Il Gip ha disposto il sequestro di beni e società per 80 milioni di euro.
A cura di Antonio Palma
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Una maxi operazione della Guardia di finanza di Catania contro il gioco online e le scommesse sportive illegali all’ombra della mafia nelle scorse ha portato all’esecuzione di 23 misure di custodia cautelare emesse nei confronti di altrettanti indagati tra cui figurano nomi di spicco delle scommesse online con le accuse di esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata e autoriciclaggio. L’operazione, coordinata dalla Procura di Catania e ribattezzata “Doppio gioco”, vede 336 indagati ed era partita dopo una allerta riguardo a un'operazione sospetta riguardante la raccolta di scommesse sportive on line. Le indagini delle Fiamme Gialle hanno ricostruito così un giro di scommesse online completamente illegale nel nostro Paese che s serviva di una piattaforma web maltese con server in Serbia.

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Al vertice dell’organizzazione i fratelli Carmelo e Giuseppe Placenti, raggiunti da misura cautelare in carcere, che tre anni fa erano stati coinvolti in un'altra indagine della Guardia di finanza di Catania ("Revolutionbet") su giochi on-line controllati dalla famiglia mafiosa catanese dei Santapaola Ercolano. Anche in questo caso, secondo gli inquirenti, i fratelli Placenti sarebbero stati avvicinati dai clan mafiosi e avrebbero fornito il know how nell'organizzazione dei sistemi di giochi e scommesse clandestine on line anche a Francesco Guttadauro, il nipote del superlatitante Matteo Messina Denaro che a loro si era rivolto conoscendo il loro business che faceva incassare un fiume di denaro. In particolare da alcune intercettazioni sono stati monitorati contatti tra Francesco Guttadauro, che in quel momento non aveva avviato una attività imprenditoriale nel mondo delle scommesse e che dopo gli incontri invece si è lanciato nello stesso settore

La società gestore del sito oggetto dell’inchiesta aveva sede a Malta ma di fatto operava su tutto il territorio nazionale italiano pur non avendo alcuna autorizzazione. Durante l’inchiesta però i militari delle fiamme gialle hanno scoperto che il gruppo però aveva puntato questa volta anche sulle scommesse illegali che avvenivano in centinaia di ricevitorie distribuite su tutto il territorio nazionale. Gli importi delle scommesse raccolte e i proventi dell'evasione per gli inquirenti si sono aggirati intorno ai 62 milioni di euro, I soldi venivano poi trasferiti dai fratelli Placenti tra la Puglia e l'Emilia Romagna, ma anche in Germania e in Polonia. Durante le fasi delle indagini i militari del comando di Catania hanno intercettato un'auto con all'interno, nascosti nel vano appena sotto il cambio, 180 mila euro in contante che stava per essere trasferito all'estero, verosimilmente in Austria.

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