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La mamma morì di parto, il padre la diede in adozione: 30 anni dopo i fratelli cercano Valentina

La neonata era stata data in adozione dopo la morte della madre nel ’92. La famiglia d’origine, di Surbo (Lecce), fa un appello sui social per rintracciarla: “Vorremmo tanto poterti vedere una sola volta, non ci siamo mai dimenticati di te”
A cura di Biagio Chiariello
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Una piccolissima Valentina
Una piccolissima Valentina

La madre è morta dopo il parto e il padre è costretto a dare la più piccola dei suoi sei figli in adozione. Oggi, passati quasi 31 anni, la famiglia la cerca disperatamente.

Di Valentina si sono perse le tracce nel 1992. Affidata ad una nuova famiglia all’età di tre mesi, nessuno dei suoi parenti a Surbo (Lecce), dei suoi cinque fratelli e di suo padre, sa che fine abbia fatta. Neanche se ha conservato quel nome.

E così la sorella Rosy Favre ha voluto mobilitare il popolo social per cercare disperatamente "quel fagotto ingenuo e tenero" affidata a una nuova famiglia.

Abbiamo provato ogni tentativo – scrive – ma non ci arrendiamo. Non ci siamo mai dimenticati di te Valentina e non ci dimenticheremo facilmente. Sei un chiodo fisso nel cuore e nella mente. Combatteremo e lotteremo, affinché a te arriveremo. Noi tutti vorremmo tanto poterti vedere una sola volta".

All'epoca il suo papà  – dopo la tragedia occorsa alla madre – si era vista costretto a darla in adozione: da solo non era in grado di badare alla più piccola dei suoi sei figli. "Papà non smette mai di pensare a lei – continua Rosy – immaginando che sua figlia ritorni al suo fianco tanto da poterla riabbracciare anche per una sola volta.

L’ultima immagine rimasta nei suoi occhi, sono quelle braccia, autorizzate da una sua firma che gli portarono via per sempre quel fagotto ingenuo e tenero. Una scena dolorosissima che non gli consente di addormentarsi sereno ogni notte. A noi figli rimasti qui, invece il rimpianto di non poterla abbracciare e proviamo una gran pena".

In tutto questo tempo non è arrivato nessun indizio su dove si trova e cosa fa Valentina, neanche un frammento della sua vita, anche perché la legge su questo punto è molto severa. "Tutto ciò che possiamo documentare di quei giorni – spiega Rosy – è il certificato di battesimo conservato negli archivi della chiesa madre del nostro paese. A farle da padrino un fratello di nostro padre. Non molleremo: perciò continueremo a percorrere tutte le strade possibili, purché ci portino alla sua destinazione".

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