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Covid 19

L’appello dei medici in trincea agli italiani: “Basta caccia al colpevole e giudizi sommari”

Lettera aperta agli italiani da parte di una cinquantina di medici in prima linea nella lotta al coronavirus per invitarli ad abbassare i toni in questo momento di emergenza evitando ad esempio la caccia al colpevole o conclusioni affrettate perché basate su dati incompleti. “Evitate la ricerca del colpevole e conclusioni quando la partita è ancora in svolgimento” spiegano i medici.
A cura di Antonio Palma
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"Perché troppi cadono nella trappola della ‘ricerca del colpevole' quando la partita è ancora in svolgimento?" è una delle domande chiavi contenute in una lettera aperta che una cinquantina di medici in prima linea nella lotta al coronavirus hanno deciso di inviare agli italiani per invitarli ad abbassare i toni in questo momento di emergenza evitando ad esempio la caccia al colpevole o conclusioni affrettate perché basate su dati incompleti. "È quasi automatico, prima ancora di cercare di documentare, analizzare ed interpretare i fenomeni, dare via alla competizione per la ricerca dei colpevoli. E, di solito, è una tentazione molto veloce in tempi e modi. Ma siamo certi che sia questa la metodologia corretta per trarre conclusioni su eventi così ‘nuovi e destabilizzanti'?" si chiedono i camici bianchi nella lettera che vede come primi firmatari Stefano Fagiuoli (Bergamo) e Claudio Puoti (Roma).

Secondo il nutrito gruppo di medici, che comprende esperti di varie discipline e da ogni parte d'Italia, occorre non lasciarsi andare al "bisogno ‘sociale' di additare un responsabile per ogni evento" e a quello di "trarre conclusioni a ‘partita' in corso" anche perché "Questo metodo di fatto si discosta dal consueto rigore con cui si analizza qualunque ‘novità in campo scientifico". E l'emergenza coronavirus, come ricordano gli stessi medici, è proprio una novità completa per tutto il mondo, una  pandemia globale scatenata da un virus mai visto prima   e con cui ci si è dovuto confrontare prendendo misure d'urgenza in un brevissimo lasso di tempo.

Quella delle "conclusioni affrettate è certamente la cifra distintiva dell'approccio generale (addetti ai lavori, istituzioni, politici, popolazione generale, media) che abbiamo osservato fin dall'inizio di quella che poi si è rivelata una pandemia. Pandemia che mai, nei nostri tempi, si era manifestata con questa virulenza e imprevedibilità" sottolineano i medici molti dei quali hanno combattuto il virus in prima persona negli ospedali dove lavorano e in alcuni casi ammalandosi.

Per gli esperti, che coprono discipline dall'infettivologia all'anestesia, dalla rianimazione alla medicina interna, tre sono i consigli utili in questa situazione di emergenza: "Evitiamo conclusioni basate su dati epidemiologici incompleti, rimandiamo la disamina scientifica di quanto accaduto a una fase successiva, in un'ottica di miglioramento e di miglior bilanciamento ospedale-territorio; abbassiamo i toni ed evitiamo i personalismi; operiamo già da oggi affinché la medicina e i medici sappiano riconquistare un ruolo attivo nelle strategie sanitarie volte a garantire salute e benessere".

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