Lampedusa, l’allarme di imprenditori e abitanti: “No sbarco dell’Alan Kurdi, sarebbe ecatombe”
Bisogna bloccare gli sbarchi a Lampedusa e impedire l'approdo della nave Alan Kurdi perché nell'isola siciliana dell'accoglienza "non ci sono le condizioni di sicurezza e sarebbe un'ecatombe". Questo il grido dall'allarme lanciato da abitanti e imprenditori locali, che hanno anche scritto al governatore Nello Musumeci, anche a seguito della notizia della positività al coronavirus di un migrante all’interno dell’hotspot di Pozzallo. “Siamo un gruppo di imprenditori lampedusani che le stanno scrivendo – si legge nella missiva indirizzata al numero uno della giunta regionale – Ma prima di essere imprenditori siamo genitori; gente che da un trentennio ha subito passivamente i flussi di migranti che sono sbarcati sulla nostra piccola isola. Li abbiamo accolti, rifocillati, accuditi sempre”.
“Oggi – prosegue la lettera – stiamo vedendo una nave di una ong che vorrebbe attraccare a Lampedusa. A bordo ha più di 100 migranti e da quello che sappiamo, ci sarebbe qualcuno di loro che sta male”. Il riferimento è alla nave della Ong tedesca Sea Eye. Da alcuni giorni è in navigazione nel Mediterraneo centrale ed ha recuperato in due distinte missioni di salvataggio complessivamente 150 persone. Il timore degli imprenditori lampedusani, è che adesso possa approdare sull’isola.
“Ora, signor presidente – prosegue infatti la lettera – premesso che nessuno di noi non vorrebbe aiutare questi esseri umani, ma stiamo vivendo una situazione al limite. Il coronavirus è il pericolo incombente. Non possiamo a Lampedusa, accogliere nessuno e meno che mai, persone che arrivano da paesi extracomunitari dove la pandemia è arrivata”.
E la protesta contro gli sbarchi nell'Agrigentino si allarga: ieri il sindaco di Porto Empedocle ha vietato gli arrivi e oggi quello di Siculiana ha annunciato iniziative legali per 70 profughi messi in quarantena in un albergo del suo paese.