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La “vera” storia di Papa Francesco e della cagnolina che non ha voluto benedire

Simona Rosati è la proprietaria della cagnolina al centro del racconto di papa Francesco: la donna, insegnante marchigiana, ha raccontato che il Pontefice non l’ha sgridata, ma che soprattutto non si è rifiutato di benedire la sua Mialma.
A cura di Chiara Ammendola
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Simona Rosati e l'incontro con il Papa e la cagnolina Mialma
Simona Rosati e l'incontro con il Papa e la cagnolina Mialma

Nessuna strigliata da parte di Papa Francesco ma solo un invito a cambiare il nome della cagnolina trasformando un romantico Mialma in un più appropriato Mia. Starebbe tutta qua la storia che ha scatenato non poche polemiche e che ha visto protagonisti proprio il Pontefice e una cagnolina che lo stesso Papa si sarebbe rifiutato di benedire perché: “Signora, non è un bambino”

A raccontarla, la verità, è una protagonista indiretta di questa vicenda, anzi di questa querelle infinita tra Francesco e gli animali, ovvero la proprietaria del cane, Simona Rosati, insegnante originaria di San Benedetto del Tronto che si reca spesso a Roma per far visita al Papa e assistere alla messa in piazza San Pietro. E così è accaduto anche lo scorso 4 aprile quando, accompagnata dalla zia, una collega e la figlia di quest’ultima, ha chiesto una benedizione al Pontefice.

Come riporta il Corriere Adriatico, erano in prima fila e, al passaggio del Papa, la donna ha porto un mazzo di fiori che lo stesso ha raccolto. Ed è stato proprio in quel momento che dalla borsa di Simona è spuntata Mialma, un nome che tradotto dallo spagnolo significa Anima Mia. A quel punto Bergoglio l'avrebbe sgridata, ma solo per il nome scelto per la sua cagnolina, invitandola a cambiarlo.

“Rápidamente me dijo que le cambiara el nombre de ‘Mi Alma' a ponerle ‘Mia' el nombre de una perrita”. Un invito appunto a cambiare il nome del cane da Mialma a Mia. “Le cose – spiega la donna – sono andate un po’ diversamente da come sono poi state strumentalizzate sui media e soprattutto sui social: ho pensato che si stesse comportando come mio nonno che quando mi doveva dire una cosa lo faceva apertamente”.

La donna si dice rattristata dalle accuse rivolte al Papa, criticato, come già accaduto in passato non solo dalle associazioni animaliste, ma anche dagli amanti degli animali, da chi possiede animali da compagnia. Di fatto però è stato lo stesso Pontefice a raccontare una storia diversa durante il suo intervento agli Stati Generali della Natalità, raccontando appunto di non aver voluto benedire un cane.

“Quindici giorni fa, all'udienza del mercoledì – le parole del Pontefice insieme con la premier Giorgia Meloni – mentre salutavo è arrivata una signora che ha aperto una borsa e mi ha chiesto ‘Me lo benedice il mio bambino?', ma era un cagnolino”. Francesco ha proseguito spiegando: “Non ho avuto pazienza e ho sgridato la signora – le sue parole – dicendole ‘Tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino'”.

Il Papa infatti non ha perso occasione per ribadire la sua posizione rispetto a chi accoglie in casa cani, o gatti, e finisce per sostituirli ai bambini, sottolineando che l'amore per i più piccoli è fondamentale e che spesso oggi si tende a scegliere di avere un animale piuttosto che un bambino.

La cosa però non sembra aver scalfito la fede di Simona Rosati che, anzi, si è detta pronta a cambiare il nome di Mialma in Mia. “Il mio chihuahua è un cane da pet teraphy ed è entrato con me anche ai Musei Vaticani quindi è utile per ritrovare la salute – conclude l'insegnante – è chiaro che continuerò a chiamarla Mia anche se all’anagrafe canina e sul suo passaporto c’è scritto Mialma”.

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