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La storia della bambina ebrea vittima degli esperimenti di Mengele uccisa durante la Shoah

Era una dei 20 bambini uccisi nel massacro della Bullenhuser Damm, compiuto dai nazisti per nascondere le prove degli esperimenti di Mengele su cavie umane. A moltissimi anni dalla fine dell’Olocausto, un’italiana ha scoperto la sua vera identità.
A cura di Annalisa Girardi
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È una dei 20 bambini uccisi nel massacro della Bullenhuser Damm, compiuto dai nazisti per nascondere le prove degli esperimenti di Josef Mengele su cavie umane. La sua vera identità è stata scoperta grazie al lavoro minuzioso di un'italiana, Alberta Bezzan, e il Corriere della Sera ha raccontato la storia di come sia arrivata a restituire a una bambina vittima dell'Olocausto il suo vero nome.

Arrivata ad Auschwitz nell'agosto del 1944 da una cittadina polacca, Ostrowiec, nell'aprile del 1945  si trovava invece ad Amburgo, nella scuola dove il medico nazista Kurt Hessmeyer compiva esperimenti sulla tubercolosi utilizzando cavie umane. Da Auschwitz in totale partirono 20 bambini, dieci maschi e dieci femmine. Avevano tra i cinque e i 12 anni. Nei loro corpi venne iniettato di tutto, provocando loro febbre, varie reazioni e grandissime sofferenze. Un altro crimine di guerra da nascondere agli Alleati, che nella primavera del '45 si stavano avvicinando ad Amburgo. Per questo vennero tutti uccisi: i nazisti iniettarono nelle loro vene morfina, poi li impiccarono tutti.

Successivamente si riuscì a risalire all'identità di sedici di loro. Tra questi c'è anche il nome di Surcis Goldinger. Di lei si sapeva solo che fosse arrivata ad Auschwitz il 3 agosto del 1944 da Ostrowiec e che il numero impresso sul braccio fosse A-16918. Ma tra i registri del museo Yad Vashem non risulta alcuna persona con questo nome. "Mi sono chiesta: qual è il cognome più affine foneticamente a Goldinger, che sia presente e che io stessa abbia trovato tra i deportati da Ostrowiec? La risposta è Goldfinger. E il nome proprio Surcis, seguendo il medesimo ragionamento, potrebbe essere stato Sura, un vezzeggiativo per dire Sara?", ha spiegato Bezzan. E in effetti una bambina dal nome Sara Goldfinger è presente nell'elenco delle vittime custodito dal museo.

Lavorando con il Centro di documentazione ebraica, con la storica della Shoah Liliana Picciotto e con la professoressa Maria Pia Bernicchia, Bezzan ha ricostruito l'albero genealogico della piccola, morta a Bullenhuser Damm ad appena 11 anni. Sara Goldfinger era figlia di Izak e Hadassa Minczberg e aveva una sorella, Chava. Probabilmente furono deportate insieme, mentre i genitori morirono a Treblinka nell'agosto del 1942.

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