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La Sicilia brucia da tre giorni, pompieri stremati: il governo invia rinforzi dalle altre regioni

Da Catania a Palermo, da Ragusa a Trapani; gli incendi non danno tregua alla Sicilia, dove continuano a bruciare decine di ettari di macchia mediterranea e dove anche la scorsa notte i Vigili del Fuoco sono stati impegnati nelle operazioni di spegnimento che durano ormai da più di due giorni. Il governo invia rinforzi dalle altre regioni.
A cura di Davide Falcioni
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Da Catania a Palermo, da Ragusa a Trapani; gli incendi non danno tregua alla Sicilia, dove continuano a bruciare decine di ettari di macchia mediterranea e dove anche la scorsa notte i Vigili del Fuoco sono stati impegnati nelle operazioni di spegnimento che durano ormai da più di due giorni. La situazione è talmente grave che le sole forze siciliane non bastano e ieri il capo dipartimento della Protezione Civile ha promesso che arriveranno aiuti dalle altre regioni italiane, pur rimproverando le carenze dell'amministrazione siciliana: "Non entro nelle polemiche soprattutto quando c'è da lavorare e risolvere un problema – ha detto -. È evidente che la responsabilità della macchina di contrasto agli incendi boschivi è chiaramente regionale e ogni Regione si organizza in base alla propria disponibilità".

Proprio dopo la richiesta di aiuto da parte della Regione Sicilia ieri sera il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato il Dpcm con la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale del sistema di Protezione Civile. "Il Dipartimento di Protezione Civile – si legge in una nota – è dunque al lavoro per coordinare l’invio di volontari, delle organizzazioni nazionali e delle colonne mobili regionali, che opereranno a supporto delle attività di spegnimento dei roghi. Questa mattina si è svolta una riunione di aggiornamento durante la quale è stata confermata la partenza per la Sicilia, nella giornata di oggi, di squadre provenienti da Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e dalle province autonome di Trento e Bolzano".

In attesa che arrivino i rinforzi la situazione continua ad essere grave: le fiamme hanno divorato i boschi di Petralia Soprana, nel palermitano, lambendo anche i centri abitati e distruggendo alberi secolari e tanta vegetazione, ma sono ancora una decina i roghi attivi in tutta la provincia di Palermo, e un intenso odore di fumo si sente anche nel capoluogo. Per far fronte alle difficoltà, il comando dei vigili del Fuoco di Palermo ha disposto il raddoppio dei turni per il personale in servizio, misura che viene assunta solo in situazioni gravissime. Oggi sono 806 i vigili del fuoco impegnati: 119 squadre in tutto che operano con 212 mezzi antincendio. Effettuati nelle ultime 12 ore – informa il Corpo – 232 interventi per incendi, 76 quelli in atto alle ore 11.

Anche a Catania si lotta contro le fiamme. I pompieri sono impegnati a spegnere gli ultimi focolai e a mettere in sicurezza le zone periferiche e di villeggiatura della città. Dall’inizio dell’emergenza, venerdì, sono stati complessivamente 170 gli interventi fatti dai vigili del fuoco con gli incendi più pericolosi domati in via Palermo, via Fossa della Creta, a ridosso dell’aeroporto Fontanarossa, nello stabilimento balneare della Plaia, "Le Capannine" andato completamente distrutto, nei villaggi "Azzurro" e "Primosole" (dove sono state messe in salvo 150 persone, ndr) e in diversi comuni della provincia. Nelle ultime 12 ore – fanno sapere dal Comando provinciale etneo – sono stati eseguiti 12 interventi, ma sono 56 le richieste ancora da espletare.  I roghi continuano a divampare anche nell'ennese, dove da tre giorni bruciano i boschi da Valguarnera a Piazza Armerina e le fiamme sono arrivate a pochi chilometri dal centro abitato di Aidone.

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