790 CONDIVISIONI

La mamma di Fausto, morto dopo lo schianto a 220 all’ora: “Era fragile, si lasciava trascinare”

“Mio figlio era un ragazzo fragile, che si lasciava trascinare dagli altri…”, le parole di Maria, la mamma di Fausto Dal Moro, uno dei due giovani morti in un incidente stradale sull’A1. La vicenda ha suscitato grande clamore per la dinamica dello schianto, avvenuto poco dopo che i due ragazzi avevano fatto una diretta Facebook per far vedere che viaggiavano a oltre 200 all’ora.
A cura di Susanna Picone
790 CONDIVISIONI
Immagine

 “Mio figlio era un ragazzo fragile, che si lasciava trascinare dagli altri”: a pronunciare queste parole, chiusa nel suo appartamento a Padova, è Maria Dal Moro, la mamma di Fausto, uno dei due ragazzi morti nel tragico incidente stradale avvenuto la notte tra sabato e domenica sull’autostrada del Sole. Fausto Dal Moro, padovano di trentasei anni che viveva a Reggio Emilia, viaggiava su una Bmw insieme all’amico Luigi Visconti, di trentanove anni e anche lui residente a Reggio Emilia. I due giovani sono morti nel tratto tra Modena Nord e Modena Sud dopo aver perso il controllo dell’auto ed essersi schiantati contro un jersey. Una volta scesi dall’auto, sarebbero stati falciati da un secondo mezzo. Poco prima dello schianto, Fausto e Luigi avevano fatto una diretta su Facebook. “Faglielo vedere a quanto andiamo, siamo solo ai 200”, dice uno dei due inquadrando il tachimetro. "Ci fermiamo in Autogrill?" chiede uno: "No, ci aspetta la droga" la risposta. Al dramma di due vite spezzate si sono aggiunti, nelle ore successive allo schianto, i tanti commenti sui social di quanti hanno insultato i due giovani, colpevoli secondo tanti di essere stati per niente prudenti. A difendere Fausto, sui social, restano gli amici: “Vergognatevi, giudicate senza conoscere la sua storia”.

Il padre morto quando non era ancora nato e la droga – Una storia – quella di Fausto – che la mamma Maria ha in parte raccontato ai quotidiani. Come si legge sulle pagine del Corriere del Veneto e de Il Gazzettino, la donna ha parlato appunto di un ragazzo fragile, con un passato difficile alle spalle. Anche suo padre è morto in un incidente quando Fausto non era neppure nato e la mamma ha fatto il possibile per prendersi cura di lui, con l’aiuto dei genitori: “Ma quando anche suo nonno è morto, sono iniziati i problemi. Fausto era un ragazzino molto vivace, a volte scappava e bisognava andare a cercarlo. Ho fatto ciò che potevo per prendermi cura di lui, anche con il sostegno di uno psicologo e dei servizi sociali. Ma era difficile…”. Per aiutarlo a superare il suo disagio decisero di trasferirlo in una comunità a Reggio Emilia dove Fausto Dal Moro ha trascorso l’adolescenza e dove viveva ancora e lavorava come parrucchiere. In questi anni aveva avuto problemi di droga. Al Corriere Matteo Iori, l’ex responsabile di un centro di recupero per tossicodipendenti in Emilia Romagna, ha spiegato che circa un anno e mezzo fa il trentaseienne si era disintossicato e aveva lasciato la comunità. Ma la droga restava un nemico pronto ad assalirlo nei momenti di difficoltà. Al Gazzettino Maria ha raccontato di una telefonata al figlio fatta una settimana prima dell’incidente: “Mandami una tua foto, non ti vedo da tanto tempo”. “Ora te la mando. A presto, mamma”, aveva risposto lui. Esattamente una settimana dopo, sempre di domenica, la signora Maria ha risposto alla telefonata di un amico di suo figlio: “Fausto è morto stanotte, ha fatto un incidente”.

790 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views