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La lettera del Papa ai non credenti: “Dio perdona chi segue la propria coscienza”

Papa Francesco scrive una lettera al quotidiano La Repubblica per rispondere alle domande sulla fede e la laicità di Eugenio Scalfari: “Lei mi chiede se il Dio dei Cristiani perdona chi non crede e non cerca la fede. La questione per chi non crede in Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza”.
A cura di Susanna Picone
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Papa Francesco parla di fede e di laicità tramite una lunga lettera inviata al quotidiano La Repubblica (pubblicata sul cartaceo nella sua versione integrale) in cui risponde alle domande che Eugenio Scalfari gli aveva fatto in due articoli del 7 luglio e del 7 agosto. Bergoglio parla dei non credenti e della possibilità che hanno di farsi perdonare da Dio. “Dio perdona chi segue la propria coscienza”, spiega il Papa. “Lei – Francesco nella lettera si rivolge direttamente a Scalfari – mi chiede se il Dio dei Cristiani perdona chi non crede e non cerca la fede. La questione per chi non crede in Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza. Il peccato anche per chi non ha fede, c’è quando si va contro la coscienza”. Ascoltare e obbedire alla coscienza, secondo il Papa, significa “decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire”. Al quesito se sia peccato credere che non esiste alcun assoluto, Francesco risponde in questi termini: “Io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità assoluta, nel senso che assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione. Ora, la verità, secondo la fede cristiana, è l’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione!”.

“È venuto il tempo di un dialogo aperto” – Papa Francesco parla di un Dio che non dipende dal nostro pensiero. Del resto, il Papa spiega, anche quando finirà la vita dell’uomo sulla terra, l’uomo non terminerà di esistere e, in un modo che non sappiamo, anche l’universo creato con lui. Papa Bergoglio, riferendosi ancora allo scambio tra credenti e non credenti, sottolinea anche che tra la Chiesa e la cultura d’ispirazione cristiana da una parte e la cultura moderna d’impronta illuminista dall’altra si è giunti all’incomunicabilità: “È venuto ormai il tempo, e il Vaticano II ne ha inaugurato appunto la stagione, di un dialogo aperto e senza preconcetti che riapra le porte per un serio e fecondo incontro”.

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