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Italia pronta a togliere mine dai porti ucraini, il generale Camporini: “Solo se c’è l’ok di Mosca”

Il generale Camporini spiega cosa significa sminare i porti e come l’Italia potrebbe essere coinvolta in questa operazione necessaria a sbloccare il passaggio delle navi in Ucraina cariche di grano destinato all’Europa.
Intervista a Generale Vincenzo Camporini
Ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare e della Difesa, nonché ex presidente del Centro Alti Studi della Difesa ed ex vicepresidente dello IAI
A cura di Chiara Ammendola
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Negli ultimi giorni si sta parlando con insistenza di sminamento dei porti ucraini, operazione che permettere di sbloccare il passaggio alle navi ferme nel mar Nero pronte a consegnare tonnellate di grano all'Europa. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in un question time alla Camera dei deputati, ha detto che l'Italia è pronta a sminare i porti in un'azione congiunta con altri paesi: “Stiamo premendo affinché vengano creati corridoi marittimi dai porti ucraini, per far ciò è necessario sminare i porti con garanzie da parte russa”. Lo sminamento dei porti ucraini può avvenire solo con un cessate il fuoco che consenta l'ingresso di navi militari di altri paesi nel mar Nero.

L'impegno italiano in questo senso potrebbe essere piuttosto importante, come spiega a Fanpage.it, il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare e della Difesa, nonché ex presidente del Centro Alti Studi della Difesa ed ex vicepresidente dello IAI (Istituto Affari Internazionali), di cui ora è consigliere scientifico: “L'idea che l'Italia possa farlo da sola mi sembra velleitario soprattutto dal punto di vista politico ed è chiaro che potrebbe essere un'iniziativa da condurre nell'ambito dell'Unione Europea e potrebbe quindi appresentare un'ottima iniziativa per mostrare che anche noi abbiamo delle potenzialità – le parole del generale – ma ci dev'essere l'ok sia da parte ucraina che da parte russa, soprattutto quest'ultima che sta bloccando quel tratto di mare”.

L'Italia si è offerta di sminare i porti ucraini. Cosa significa Generale? 
Dal punto di vista operativo la nostra capacità di partecipare allo sminamento dei porti rientra sicuramente nell'ambito di cose che la nostra Marina può fare. Una cosa del genere si fa ovviamente mandando diverse navi con tanto di supporto e area protezione: ricordiamo a tutti che stiamo parlando di un'area dove si spara e chi si avventura da quelle parti deve essere protetto.

Come avviene tecnicamente questa operazione?
L'Italia utilizza i cosiddetti cacciamine, che permettono di avere una capacità operativa tra le migliori in Europa. Sono imbarcazioni costruite in vetroresina preposte a questo tipo di lavoro. Prima queste stesse navi erano costruite in legno, il che sembra strano ma bisogna pensare che vanno alla ricerca di mine navali che possono avere inneschi diversi, tra i quali quello magnetico. Quando una mina magnetica incontra una nave composta principalmente da ferro, allora scoppia.

L'Italia non può farsi carico di un'operazione del genere da sola
L'idea che possa farlo da sola mi sembra velleitario soprattutto dal punto di vista politico ed è chiaro che potrebbe essere un'iniziativa da condurre nell'ambito dell'Unione Europea e quindi rappresentare un'ottima iniziativa per mostrare che anche l'Europa ha delle potenzialità. Se pensiamo alle forze italiane insieme a quelle olandesi, francesi o tedesche allora possiamo concretamente pensare all'idea che si possa ripulire il tratto di mare tempestato di mine poste sia dagli ucraini che dai russi.

Si tratta di un'operazione piuttosto pericolosa: ci sono mine che sono state trascinate altrove dall'acqua
Quando si posizionano le mine, queste normalmente vengono ancorate in modo tale da fungere allo scopo per cui sono state poste, ovvero proteggere determinate zone di acqua. Può capitare che qualcuna di queste mine si sganci dal suo ancoraggio e quindi cominci a vagare peer il mare diventando un rischio notevole per chiunque.

Ed è possibile rintracciarle? 
Qui bisogna fare un'analisi delle correnti prevalenti, verificare dove una mina che si è sganciata, dove può arrivare. Si tratta di operazioni fattibili, ma è ovvio che ci sono dei rischi: non stiamo parlando di oggetti innocui ma di sistemi d'arma che col passare del tempo si sono sempre più sofisticati. Il lavoro dello sminatore è fattibile ma abbastanza pericoloso.

Tutto questo solo in caso di un corridoio marittimo concesso dalla Russia
Bisogna avere un accordo tra tutte le parti contendenti per procedere allo sminamento dei porti: questo è indubbio. Ci dev'essere l'ok sia da parte ucraina che da parte russa. È particolarmente importante quello russo visto che sono loro che stanno bloccando quel tratto di mare, ma è importante anche quello ucraino perché sono loro che dispongono di particolari sistemi d'arma. Ci deve essere un assenso e un accordo tra tutte le parti in causa.

Un'operazione del genere potrebbe cambiare il ruolo dell'Italia? 
Dal punto di vista dell'immagine darebbe una chiara evidenza che ci sono capacità significative da parte dell'Italia che possono essere messe a disposizioni per operazioni che avrebbero anche un afflato umanitario. In questo caso si potrebbe consentire il traffico di navi commerciali cariche di grano verso le loro destinazioni dove si comincia ad avvertire in modo pesante la penuria di queste materie.

C'è una concreta possibilità che lo sminamento dei porti avvenga?
Dipende dalle scelte politiche. Qualora ci fosse l'ok, è una cosa che potrebbe essere organizzata anche in pochi giorni.

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