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Incendi in Italia, l’allarme della Forestale: “La situazione può peggiorare, diverse aree a rischio”

L’intervista di Fanpage.it al colonnello Marco Di Fonzo, comandante del nucleo informativo antincendio boschivo del comando carabinieri tutela forestale di Roma, sugli incendi in Italia e in Europa: “Andamento della stagione grave, considerando che siamo solo a metà luglio possono esserci recrudescenze del fenomeno”.
A cura di Ida Artiaco
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"Gli incendi boschivi che si stanno registrando non solo in Italia ma in tutto il bacino del Mediterraneo ci preoccupano, perché siamo a metà luglio e potrebbero esserci ulteriori recrudescenze a causa dei cambiamenti climatici".

A parlare a Fanpage.it è il colonnello Marco Di Fonzo, comandante Nucleo informativo antincendio boschivo dei carabinieri forestali, che ha fatto il punto della situazione incendi in Italia tra quelli di Massarosa e del Carso, e in Europa, complici le temperature record e l'emergenza siccità delle ultime settimane.

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Colonnello Di Fonzo, quale è la situazione incendi in Italia al momento?

"La situazione è quella derivante da un periodo di siccità prolungata e caratterizzato da temperature molto alte. Sono condizioni che purtroppo predispongono gli ecosistemi forestali ad essere interessati dagli incendi boschivi. Il bosco è estremamente fragile, basta una minima fiamma che la stessa poi si sviluppa con velocità e grande virulenza, proprio perché le piante sono completamente prive d'acqua e possono bruciare con estrema facilità.

L'andamento della stagione è grave. Ci sono situazioni di grandi incendi. Al momento quello che ci preoccupa di più è quello che si è sviluppato in provincia di Lucca.

Data la gravità e l'allarme sociale che ha provocato, abbiamo deciso di inviare sul luogo la nostra task force per gli incendi, strumento che abbiamo lanciato quest'anno: abbiamo formato 45 militari altamente specializzati che hanno già una pregressa esperienza in tema di investigazioni e attività di repertazione tecnica sui soprassuoli boschivi, una pratica che prevede l'avvio sul campo di una squadra di 2 investigatori che sia in grado di leggere i segni che il fuoco ha lasciato sul soprassuolo boschivo percorso dalle fiamme al fine di ripercorrere a ritroso l'andamento dell'incendio fino a trovare l'area su cui concentrarsi per individuare eventuali ordigni o attività antropiche di natura colposa che possono avere ingenerato il rogo.

Da quest'anno, inoltre, a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo 120 del 2021, la Forestale è stata incaricata dal Parlamento di pubblicare le aree boschive percorse dal fuoco in modalità open source per cui abbiamo attivato il geoportale incendi boschivi, che è uno strumento moderno utile sia per il cittadino che per l'Arma.

Quali sono le regioni italiane più a rischio roghi?

"Noi, come facciamo da 4 anni, abbiamo delle aree "hot spot": alla fine di ogni stagione facciamo una analisi criminale del fenomeno individuando le aree più densamente interessate da una certa numerosità di incendi. Su queste aree, durante la stagione successiva, facciamo coinvolgere delle pattuglie per rafforzare il dispositivo di prevenzione, per dare presenza tangibile e visibile del nostro impegno sul territorio e che ci consente di abbassare drasticamente il numero degli eventi.

La maggior parte di questi spot si trovano nelle regioni del Mezzogiorno, dove si concentrano l'80% degli eventi incendi boschivi sulla nostra Penisola e prioritariamente diamo attenzione a queste aree ancorché ce ne siano anche altre nel resto d'Italia".

Lei ha parlato di caldo estremo e siccità. Ma quanto c'entra l'uomo in questa emergenza?

"In Italia gli incendi boschivi al 98% hanno sempre matrice antropica, colposa o dolosa che sia. Tra l'altro l'uso del fuoco è collegato ad usi e consuetudini del territorio, per cui ogni regione brucia per motivazioni diverse e all'interno della stessa regione province e comuni hanno una declinazione tipica di quelle aree.

Alle nostre latitudini gli incendi cosiddetti naturali, che per esempio nella vicina Svizzera hanno una recrudescenza fino al 10% e per la maggior parte sono generati dai fulmini, a stento raggiungono il 2% e ce l'abbiamo confinati solo nell'arco alpino.

Da noi è un problema soprattutto di educazione civica e di rispetto dei valori ambie ntali che il bosco garantisce e di altre valenze come quella legata alla mitigazione del clima e al dissesto idrogeologico, il garantire l'approvvigionamento idrico alle nostre risorse perché il bosco convoglia le acque pluvie verso le sorgenti dando continuità anche di questa fonte strategica per il Paese. Ci sono poi le foreste che in Italia hanno ormai superato 1/3 della superficie totale, in espansione dal dopoguerra".

Gli incendi preoccupano non solo l'Italia ma anche il resto dell'Europa…

"In questa fase abbiamo segnalazioni di incendio boschivo in aree che erano sempre state escluse da questo fenomeno, come l'Inghilterra che per definizione è una nazione "umida".

Queste ondate di calore stanno interessando tutta l'area del bacino del Mediterraneo. La caratterizzazione climatica sta diventando sempre più importante perché a 40 gradi all'ombra le foreste a qualsiasi latitudine ne restano interessate. Vediamo anche cosa sta succedendo in Spagna, Portogallo e Francia del Sud. Siamo ancora a metà luglio, il che ci preoccupa molto rispetto alla possibile recrudescenza del fenomeno, proprio per questa stretta compenetrazione con i cosiddetti cambiamenti climatici".

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