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In un bar di Ascoli si presenta libro che celebra la Marcia su Roma. Poi la retromarcia: “Annulliamo tutto”

I titolari di un bar del centro di Ascoli Piceno annulleranno la presentazione di un libro celebrativo della Marcia su Roma, evento organizzato da militanti di estrema destra cittadina. “Non sapevamo niente, annulleremo l’iniziativa”.
A cura di Davide Falcioni
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Un bar di Ascoli Piceno, città Medaglia d'Oro al Valore Militare per attività partigiana, ospiterà il prossimo 24 marzo la presentazione di un libro celebrativo delle Marcia su Roma, manifestazione armata eversiva che decretò l'inizio in Italia del regime fascista e la presa del potere di Benito Mussolini.

L'opera è intitolata "Cento, eredità di una rivoluzione", e stando a quanto riporta la locandina dell'evento, verrà presentata al pubblico in un caffè del centro storico della cittadina marchigiana. Il titolare del locale, interpellato da Fanpage.it. ha dichiarato: "Mettiamo abitualmente a disposizione una sala del locale per presentazioni di libri, ma non sapevo che si trattasse di un volume celebrativo del fascismo, l'ho scoperto solo oggi: gli organizzatori non ce l'avevano comunicato. Annulleremo l'iniziativa". Non si conoscono in effetti gli organizzatori dell'evento né sono esplicitati gli autori del volume, che ha il formato di un giornale e celebra cento personaggi protagonisti dell'Italia fascista.

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Un militante: "Il fascismo fu un'eccellenza in tutti i campi dell'umanità"

Un militante dell'estrema destra ascolana descrive così il volume: "Cento è una pubblicazione, sotto forma di un giornale, che ci tramanda concretamente un patrimonio senza pari. Quella di un Ventennio in cui l'Italia si affermò nel panorama mondiale come un'eccellenza in tutti i campi dell'umanità. Dopo un'accurata selezione, sono stati stilati cento profili di uomini e donne che hanno fatto la storia della scienza, dell'arte, del pensiero, dello sport, della civiltà. Questi profili rappresentano l'espressione di un Mito vivente e tangibile, di un'esperienza fondata sulla volontà e la consapevolezza. Non si tratta di un malinconico ricordo, ma di un testimone da trasmettere".

Lo storico Di Sante: "I fascisti furono violenti contro braccianti e operai"

Il professor Costantino Di Sante, storico e autore del libro "Il Piceno in camicia nera. Dallo Squadrismo alla marcia su Roma", (di prossima uscita per Affinità Elettive), ha commentato: "Da storico non posso che ritenere doveroso che si faccia memoria su cosa sia stato il regime fascista per il nostro Paese. Ai fini di una conoscenza che non banalizzando non consenta la sua rilegittimazione. Soprattutto in una città come Ascoli Piceno che vide, tra le poche nel panorama nazionale, assaltare dalle camicie nere per ben due volte la Prefettura (il 28 ottobre del 1922 e poi dopo l’armistizio del 1943). In una provincia dove lo squadrismo, che colpì per la maggior parte braccianti, mezzadri, operai e parroci, fu tra i più violenti della regione. Senza dimenticare che una volta andato al potere il fascismo ascolano fu dilaniato dalle lotte intestine, dal localismo e dalla corruzione. I nostalgici di quel periodo non dovrebbero mai dimenticare che la dittatura di Mussolini non solo abolì le libertà individuali ma che quel regime lasciò l’Italia in macerie non solo materiali, ma anche morali e culturali dalle quali ancora oggi facciamo fatica a liberarci.".

Il PD: "Inaccettabili i toni nostalgici". Rifondazione: "Offensivo per Ascoli"

Il Partito Democratico cittadino in una nota ha dichiarato: "Non vogliamo censurare la ricerca e la divulgazione di un periodo storico tanto oscuro quando tuttavia fondamentale nella storia del nostro Paese, ma non possiamo accettare che ciò venga fatto con toni nostalgici e trionfalistici, soprattutto in un territorio che ciclicamente è costretto a osservare episodi simili: dalla famosa cena di Acquasanta, passando per le foto di Mussolini appese nelle scuole. Chiediamo una presa di posizione forte e decisa da parte del Sindaco e delle autorità, contro il fascismo e contro queste riproposizioni".

Per Rifondazione Comunista l'evento è offensivo in una città, Ascoli Piceno, medaglia d'oro per attività partigiana: Il sindaco si impegni a fare in modo di vietare questo scempio dato che è un suo compito tutelare i valori su cui ha giurato come l'antifascismo".

Il sindaco di Ascoli partecipò alla "cena fascista" di Acquasanta Terme

Ascoli Piceno è considerata una delle "roccaforti" della destra italiana. Amministrata da una giunta a guida di Fratelli d'Italia il sindaco, Marco Fioravanti, il 28 ottobre del 2019 partecipò all'ormai celebre "cena fascista" di Acquasanta Terme, organizzata da FDI proprio per celebrare la Marcia su Roma del 1922. I menù della tavolata, composta da decine di persone, recava non solo il logo del partito di Giorgia Meloni ma anche un fascio littorio e un ritratto di Benito Mussolini.

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Oltre al primo cittadino parteciparono alla cena anche l’assessore all’Urbanistica di Ascoli Gianni Silvestri, il segretario provinciale di FDI Luigi Capriotti, il parlamentare marchigiano Francesco Acquaroli, in seguito diventato presidente della Regione Marche, e il coordinatore regionale Carlo Ciccioli, coordinatore regionale di Fratelli d'Italia e consigliere regionale.

La cena venne organizzata in un ristorante di Acquasanta Terme, borgo che ha pagato a caro prezzo la dittatura fascista: nelle frazioni di Pozza e Umito, infatti, l'11 marzo del 1944 tedeschi e fascisti trucidarono 42 persone, tra le quali 12 abitanti del posto e 30 partigiani. Tra le vittime anche una bambina di 11 mesi bruciata viva davanti agli occhi della mamma.

Cosa fu la Marcia su Roma

Sono trascorsi poco più di 100 anni dal 28 ottobre 1922, data passata alla storia come l'anniversario della Marcia su Roma con la quale il fascismo prese il potere in Italia. Gli eventi insurrezionali terminarono quattro giorni dopo con l'arrivo delle camicie nere nella Capitale, e si conclusero con l'entrata in carica del governo Mussolini, che rimarrà al potere per vent'anni, fino al 25 luglio 1943.

Il partito nazionale fascista era sorto per raccogliere politicamente le squadre d'azione che si erano rese protagoniste di episodi violenti ai danni di sedi sindacali, esponenti politici, tipografie e amministrazioni comunali socialiste soprattutto nel centro-nord Italia agricolo e industriale.

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Il 31 ottobre 1922, al termine della Marcia su Roma, il nuovo governo Mussolini giurò nelle mani del re. A quel punto il Duce ottenne dal monarca il consenso a far sfilare le camicie nere che da giorni erano accampate nelle campagne romane, in colonna da piazza del Popolo fino a piazza Venezia, e poi risalire verso il Quirinale. Alcune frange entrarono nei quartieri popolari e si lasciarono andare ad atti di violenza. Il bilancio fu di sette morti, ma in quegli anni, in Italia, la violenza squadrista era una costante e negli anni precedenti c'erano stati centinaia e centinaia di morti causate dalle squadracce. Due settimane dopo, il governo ottenne una larghissima maggioranza alla Camera dei deputati, nonostante i fascisti in parlamento fossero solo 35.

Una volta preso il potere, il regime fascista assunse i caratteri di una dittatura e fece  della Marcia su Roma un proprio mito fondativo. La data del 28 ottobre (quando la mobilitazione è cominciata e non quella del 31 quando le truppe sfilarono davanti ai palazzi del potere romano a crisi di governo già risolta) venne dichiarata giorno festivo. E data di nascita ufficiale del regime fascista che ha governato l'Italia per vent'anni.

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