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Imperia, libera la preside che usava l’auto della scuola. L’avvocato: “Un errore l’arresto”

È stata scarcerata la preside di Imperia che era stata fermata sabato scorso per aver utilizzato l’auto della scuola per fini personali. Il suo arresto non è stato convalidato. L’avvocato: “Le è stato contestato il solo peculato d’uso e per questo tipo di reato non è possibile comminare alcuna misura cautelare”.
A cura di Susanna Picone
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È libera la preside di un istituto di Imperia che era stata fermata sabato scorso con l’accusa di peculato relativa all’uso per motivi personali dell’auto di servizio della scuola in cui lavora. L’arresto della donna, una sessantaduenne originaria di Marsala (Trapani), non è stato convalidato. A dirlo è stato il suo legale, l’avvocato Andrea Rovere. “Le è stato contestato il solo peculato d’uso e per questo tipo di reato non è possibile comminare alcuna misura cautelare”, ha spiegato l’avvocato aggiungendo che “quell'arresto è stato un errore”. Il gip ha dunque concesso la scarcerazione dopo che la stessa procura si era detta favorevole. A quanto emerso, la preside avrebbe spiegato che sabato era andata a Mentone con la Toyota Corolla della scuola per recarsi a casa della segretaria dell’istituto Colombo e dare un’occhiata alle schede per i finanziamenti europei per le scuole da lei amministrate. Domenica avrebbe avuto appuntamento per lo stesso scopo con il vicepreside dell’Ipsia Marconi. Lunedì era la scadenza per la consegna dei moduli “che a questo punto sono andati perduti”, ha spiegato l’avvocato Rovere.

La preside era stata arrestata mentre tornava dalla Francia con l'auto della scuola – La preside era stata fermata dai carabinieri mentre rientrava dalla Francia con l'auto di servizio della scuola. I militari hanno atteso che rimpatriasse per fermarla in flagranza di reato e portarla in caserma. Le indagini, avviate il mese scorso, avrebbero preso le mosse da una segnalazione interna alla scuola che la sessantaduenne dirige. La donna era stata quindi portata nel carcere di Pontedecimo a Genova: la decisione di farla finire dietro le sbarre ha fatto discutere soprattutto per una questione di proporzionalità fra presunto reato e misure cautelari. Secondo quanto riportano le cronache locali, in carcere la preside aveva anche cominciato lo sciopero della fame e della sete.

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