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“Imbarco bagagli è chiuso, aspettate due giorni”: Ryanair lascia a terra 16enne in chemio

La brutta esperienza di una ragazzina in cura a Bologna che doveva tornare al suo paese dell’Oristanese in Sardegna. Un piccolo ritardo all’imbarco bagagli le è costato il viaggio. “Avevamo chiesto l’assistenza all’imbarco e dovevamo arrivare prima ma in alcune situazioni l’umanità e la sensibilità devono prevalere su tutto” ha spiegatolo zio raccontando l’episodio.
A cura di Antonio Palma
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"Io credo che in alcune situazioni l'umanità e la sensibilità debbano prevalere su tutto", così lo zio di una ragazzina di 16 anni ha commentato quanto accaduto alla nipote che, nonostante sia malata e sottoposta a chemioterapie, si è trovata di fronte ad un muro da parte della compagnia aerea con la quale si doveva imbarcare e infine è stata costretta a rinunciare al volo che dopo le cure doveva riportarla a casa. L'episodio, denunciato dall'uomo al quotidiano "La Nuova Sardegna", è avvenuto lunedì 18 marzo quando la minore, dopo un seduta di chemioterapia a Bologna, doveva rientrare con i familiari nel paesino dell'Oristanese in cui vivono.  Il decollo era previsto alle 6.50 dall'aeroporto Marconi verso quello di Alghero. All'arrivo allo scalo, circa un'ora prima della partenza, l'amara sorpresa.

"Al momento della prenotazione, avevamo chiesto l'assistenza all'imbarco e ci siamo messi in fila per il check-in e la consegna bagagli alle 5.45. Dopo circa venti minuti di fila, alle 6.10, quindi siamo arrivati davanti all'operatrice che ci ha detto che l'imbarco bagagli era già chiuso da qualche minuto e non poteva fare più nulla per noi", ha ricostruito lo zio della ragazzina. "Dopo una discussione ci ha detto di rivolgerci a un altro sportello. Dopo un'altra fila, abbiamo parlato con il secondo operatore, spiegando le nostre difficoltà, ma alla fine – racconta sempre lo zio – ci ha detto che saremmo dovuti rimare a Bologna fino a mercoledì prossimo, giorno del primo volo utile per tornare ad Alghero". "La mamma di mia con le lacrime agli occhi ha chiesto un briciolo di umanità, supplicando di darci la possibilità di partire ma abbiamo avuto solo  risposte negative" ha aggiunto l'uomo, rivelando: "Ci siamo comunque precipitati al controllo passeggeri e alle 6.40 siamo arriviati al gate di imbarco. Avevano appena chiuso le porte". Uno smacco per la famiglia che a pochi passi vedeva dalla vetrata gli altri passeggeri che si stavano ancora imbarcando.

Alla fine la ragazzina e i parenti sono costretti a prendere un treno per Roma per poter decollare poi da Fiumicino su un volo di un'altra compagnia diretto ad Alghero alcune ore più tardi. Il problema pare fosse nel ritardo all'arrivo per l'imbarco. La richiesta di assistenza infatti prevede l'arrivo dei passeggeri in aeroporto circa un'ora e quaranta minuti prima del volo. "Siamo arrivati in ritardo è vero" ha ammesso infatti lo zio, ma "per questo avevamo deciso di rinunciare all'assistenza al passeggero. Perché allora non ci hanno fatto salire?".

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