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Ilaria De Rosa, l’hostess italiana fermata a Gedda: “Arresto durante cena, pensavo fosse una rapina”

La giovane hostess italiana ha ricevuto la visita del Console italiano nel Carcere saudita dove è rinchiusa e ha rigettato ogni accusa: “Non ho consumato né droga né alcol”.
A cura di Antonio Palma
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Nega tutte le accuse e le nega con forza Ilaria De Rosa, la giovane hostess italiana sparita nel nulla il 4 maggio scorso quando, come si è scoperto successivamente, è stata arrestata dalle autorità di polizia a Gedda, in Arabia Saudita, con le pesantissime accuse di detenzione di stupefacenti. A denunciare la scomparsa di De Rosa erano stati i familiari residenti a Castelfranco Veneto, in  provincia di Treviso, dopo aver perso i contatti con la 23enne hostess della compagnia Avon Express.

Dopo la scoperta dell’arresto, la Farnesina si è subito attivata e la ragazza ha potuto parlare con il console generale d’Italia che ha ricevuto il via libera dai vertici sauditi. Nel colloquio col diplomatico italiano, avvenuto ieri in carcere, sono state accertate le buone condizioni fisiche della ragazza e la stessa 23enne è stata rassicurata sul fatto che il suo caso sarà seguito costantemente dal Consolato italiano e dalla Farnesina che ha avviato un lavoro diplomatico.

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Parlando col Console, De Rosa si è dichiarata totalmente estranea alle accuse che le vengono mosse dalla polizia saudita e ha ricostruito i momenti dell’arresto. Come apprende l’Ansa, la hostess avrebbe spiegato che era in casa di amici per una cena di gruppo al momento del fermo del quale inizialmente non ha capito bene il motivo.

La polizia avrebbe fatto improvvisamente irruzione nella villa armi in pugno ma in borghese. Sarebbero stati improvvisamente circondati da una decina di persone che li avrebbero fermati e perquisiti. Stando al suo racconto, in un primo momento De Rosa ha pensato addirittura che si trattasse di una rapina e avrebbe capito la reale situazione la gravità delle accuse solo dopo essere stata portata in una stazione di polizia.

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De Rosa ha riferito al Console italiano di aver negato fin da subito di aver consumato sostanze stupefacenti o bevande alcoliche ma anche di aver firmato un documento che le sarebbe stato sottoposto dagli agenti pur non capendone bene il contenuto.

La polizia locale infatti sostiene che durante la perquisizione siano stati trovati droga e alcol, severamente proibito nel Paese. Per difendersi da queste accuse, il Consolato ha raccomandato l’assistenza di alcuni avvocati locali. Per la giovane si prevede ora una battaglia legale.

Al suo fianco la famiglia che si è già mobilitata. "Mia figlia è abituata a lavorare all'estero, sa bene che in paesi come l'Arabia Saudita è pericoloso farsi trovare con stupefacenti addosso. La Farnesina ci ha detto che è stata fermata con altri ragazzi e che uno di loro aveva una canna. Non droga da spacciare, ma una sigaretta con della sostanza stupefacente. Ce l'aveva un'altra persona, non mia figlia, eppure hanno arrestato anche lei e tutti gli altri" ha raccontato a La Stampa la mamma della 23enne.

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