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Covid 19

“Il vaccino antinfluenzale rafforza il Covid”: l’Asl di Torino taglia lo stipendio a medico no vax

L’Asl Torino 4 ha deciso di punire con la riduzione dello stipendio “nella misura del 20%” per i prossimi 5 mesi Giuseppe Delicati, medico di famiglia di Borgaro che sui social diffondeva tesi no vax e negazioniste: “I morti di Bergamo erano stati tutti vaccinati con il vaccino antinfluenzale, che rafforza il Coronavirus”.
A cura di Ida Artiaco
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Stipendio tagliato per cinque mesi per Giuseppe Delicati, medico piemontese che nei mesi scorsi aveva scatenato una serie di polemiche per le sue teorie no vax e negazioniste del Covid diffuse via social network. È quanto ha deciso la Asl di Torino 4 nei confronti del medico di famiglia di Borgaro. In un video in particolare, il dottore sollevava forti dubbi sull'esistenza della pandemia e sull'efficacia del vaccino antinfluenzale che "rafforza il Coronavirus", citando fonti non meglio specificate del Pentagono. Addirittura era arrivato ad affermare che "i morti di Bergamo erano stati tutti vaccinati con il vaccino antinfluenzale".

La pena della riduzione dello stipendio "nella misura del 20%" durerà dunque cinque mesi a partire dal 31 dicembre. "Fa tutto parte della normale amministrazione", è stato il commento del medico raggiunto telefonicamente in studio come riporta il quotidiano La Repubblica.

Le sue tesi gli erano già costate l'avvio di un'indagine in procura ad Ivrea, con l'accusa di procurato allarme, e una segnalazione all'Ordine dei medici di Macerata e alla procura di Macerata, dove lui è iscritto pur esercitando nel Torinese. L'Ordine ha aperto un procedimento nei confronti del medico di famiglia che aveva messo in dubbio anche l'attendibilità dei tamponi. "Prenderemo una decisione dopo che la magistratura avrà preso una posizione sulla vicenda – precisa il presidente dell'ordine Mario Romano – Quello che più mi ha infastidito di tutta questa vicenda è stata la mancanza di rispetto verso la dignità di colleghi che in questi mesi sono morti sul campo di battaglia per questa pandemia. Gli iscritti all'ordine sono tenuti al rispetto della deontologia ma anche della salute pubblica".

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