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Il rapper parla di mafia e politica, ma il sindaco di Cassano allo Ionio lo querela: Guiz condannato

Il sindaco di Cassano allo Ionio, comune cosentino sciolto per ndrangheta, Giovanni Papasso, denuncia e fa condannare per diffamazione il rapper locale Guiz, all’anagrafe Guido Cetraro: “Non è colpa mia se il comune è stato commissariato, io non cito il sindaco nelle mie canzoni”. La risposta di Papasso: “Forse ho sbagliato, ma lui non mi ha mai chiamato”
A cura di Redazione
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CASSANO ALLO IONIO (COSENZA) – Quattromila e cinquecento euro. È questo il prezzo che dovrà pagare il rapper Guiz, al secolo Guido Cetraro di Cassano allo Ionio (CS), per aver pubblicato, nel gennaio 2018, il video del brano #Degrado2. «Nelle mie canzoni parlo di problemi sociali – spiega Guiz -, in #Degrado2 parlo della connivenza tra mafia e politica in Calabria. E quando ho scritto il brano, il comune nel quale vivo era stato commissariato per infiltrazioni mafiose».

Purtroppo per lui, il sindaco di Cassano, Giovanni Papasso, sentendosi diffamato da testo e video, ha presentato querela. Querela accolta dalla Procura della Repubblica di Castrovillari che ha deciso di condannare Guiz a due mesi di reclusione, convertendo poi la pena in sanzione pecuniaria. Appunto, 4500 euro con provvedimento a firma del sostituto Procuratore della Repubblica, Flavio Serracchiani.

“La nave affonda, la colpa è delle infiltrazioni (…) se non vuoi che ti dedico canzoni, prenditi il merito delle tue azioni e chiedi scusa agli elettori". Queste sono alcune delle frasi incriminate, ma Guido però non ci sta. «In quel momento – spiega -, erano cinque i comuni calabresi sciolti per infiltrazioni mafiose (Lamezia Terme, Cassano allo Jonio, Isola Capo Rizzuto, Marina di Gioiosa Jonica e Petronà, ndr). Mi dispiace che il sindaco Papasso si sia sentito chiamato in causa, però non lo nomino mai, non faccio alcun riferimento diretto a lui. Sono stato condannato a causa di un’analisi di testo e video completamente sbagliata».

Sul solco dei vari Battiato, De Andrè, Jovanotti e Litfiba, #Degrado2, nel suo piccolo, ha fatto rumore, ma l’intenzione di Guido è chiarire la situazione al più presto. Infatti, di concerto con il suo legale, ha deciso di presentare opposizione alla sentenza. «Andremo in Tribunale, dirò tutta la verità – annuncia il rapper calabrese -, perché questa sentenza è arrivata sentendo solo le ragioni del sindaco, non le mie».

Poi, con un sorriso amaro, afferma: «Io parlo delle infiltrazioni mafiose nei comuni calabresi e, da cittadino, non potevo non citare Cassano che in quel momento era commissariato. E io non ho mai detto che il sindaco è un mafioso ma solo che la gente non vuole i mafiosi. D’altra parte – conclude -, non è per colpa mia che il Comune è stato commissariato».

Di tutt’altro parere il sindaco Giovanni Papasso, che abbiamo incontrato nel suo ufficio in municipio. E prima di parlare, afferra il suo smartphone per mostrarci i video incriminati. Sì, perché oltre il videomusicale, a far irritare il primo cittadino di Cassano allo Ionio è stato anche un video postato sui social nel quale Guiz, tra le altre cose, dice: “la mafia che querela… mi sembra un po’ strano, mi aspettavo una pallottola, una cosa del genere, non una querela".

«Questo ragazzo non lo conosco – esordisce il sindaco Papasso -. Attraverso la querela, ho cercato solo di tutelare la mia dignità, come persona e come rappresentante delle istituzioni. Mi dispiace essere arrivato a tanto, soprattutto nei confronti di un giovane che ha diritto di esprimere la propria opinione. Noi, però, abbiamo anche il compito di educare – prosegue – ed esercitare la democrazia non significa poter diffamare l’altro».

Il sindaco è convinto che l’obiettivo di #Degrado2 sia proprio lui. «Dice che nel brano non vengo nominato? Il Tribunale di Castrovillari mi ha dato ragione – aggiunge – , i riferimenti alla mia persona sono molteplici. Pensi che nel 2016, un altro suo brano, fu usato durante le elezioni dalla parte politica avversa, nelle cui liste era candidata la sorella di Cetraro».

C’è però una grande verità: il Comune di Cassano allo Ionio è stato sciolto per infiltrazioni mafiose e commissariato per due anni. «Commissariato per presunte infiltrazioni mafiose – precisa Papasso -. TAR e Consiglio di Stato hanno confermato lo scioglimento mentre per me e di due consiglieri di minoranza era stato avviato un processo di incandidabilità. Il Tribunale e la Corte di Appello – puntualizza ancora – hanno dichiarato che io non ho subito condizionamenti mafiosi e che la mia condotta è sempre stata irreprensibile».

Ma il sindaco dice di più. «Io ho subito intimidazioni dalla mafia, come potrei favorirla? Anzi, penso che questo (il commissariamento, ndr) sia stato un modo per farmi pagare il mio no al progetto migranti che avrebbe reso Cassano allo Ionio una nuova Isola Capo Rizzuto».

Infine, abbiamo chiesto a Papasso se avrebbe potuto gestire diversamente il caso, magari  incontrando il rapper. «Non spettava a me farlo – afferma -. Lui o il suo legale avrebbero potuto contattarmi, scrivermi una lettera, ne avremmo parlato davanti a un caffè. Può darsi che abbia anche sbagliato – conclude –, ci sono tanti modi per poter risolvere, ma nessuno mi ha mai contattato»

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