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Il piccolo Leo è morto a 10 anni: lottava dalla nascita contro una rarissima malattia

Il bimbo era ricoverato al Gaslini di Genova. Dall’inizio della sua esistenza lottava con la sindrome di Rett. Il funerale si terrà domattina, 9 novembre, nella chiesa di Sant’Anna a Rapallo.
A cura di Biagio Chiariello
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Leo insieme ai suoi genitori
Leo insieme ai suoi genitori

Non ce l’ha fatta il piccolo Leonardo, il bambino affetto da una rarissima malattia, la sindrome di Rett: era ricoverato dallo scorso 30 agosto all’ospedale Gaslini di Genova dove combatteva contro la patologia degenerativa che purtroppo lo ha accompagnato per tutti i 10 anni della sua vita. "Non poteva parlare ma comunicava tutto con lo sguardo. E con le sue risate, fragorose, contagiose, che ti trascinavano", così lo ricorda mamma Cristina al Secolo XIX.

Domani, mercoledì 9 novembre, alle 11,30, alla chiesa di Sant’Anna di Rapallo si terranno i funerali del piccolo. Leonardo nel suo piccolo ha stabilito un record di sopravvivenza visto che, statisticamente, i maschietti afflitti dalla sindrome di Rett "non nascono nemmeno o vivono pochissimo. Lui è stato un vero eroe, ha lottato sempre e ha amato la sua vita" spiega Cristina.

Una vita segnata da trattamenti lunghi e dolorosi ma sempre affrontate con coraggio e con un sorriso che era contagioso e rincuorava medici e infermieri che per anni lo hanno aiutato. "Si alzava con il sorriso, sempre. Ed è cresciuto ad amore e ravioli, quelli dei nonni. Vederlo mangiare era una gioia" ricorda ancora la madre.

La famiglia di Leonardo chiede, al posto dei fiori, contributi a ‘Il guscio dei bimbi', l’hospice diretto da Luca Manfredini, "dove abbiamo trovato un’umanità straordinaria, così come alla scuola Pascoli, con il preside Giacomo Daneri, dove Leo è entrato l’anno scorso".

La sindrome di Rett è una malattia genetica rara che interessa lo sviluppo neurologico. Colpisce prevalentemente le femminucce (un bambina su 10.000) e porta a rallentamento dello sviluppo e regressione psicofisica, riduzione delle capacità di socializzare e comparsa di movimenti stereotipati delle mani.

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