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Il papa ai medici: “Benediciamo Dio per progressi in medicina ma malato più importante della malattia”

Il messaggio che Papa Francesco ha voluto lanciare ai sanitari e volontari in occasione della trentesima Giornata Mondiale del Malato.
A cura di Antonio Palma
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Papa Francesco
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"Benediciamo il Signore per i progressi che la scienza medica ha compiuto” ma "Il malato è sempre più importante della sua malattia” è il messaggio che Papa Francesco ha voluto lanciare in occasione della trentesima Giornata Mondiale del Malato che si celebrerà il prossimo 11 febbraio nella Basilica Vaticana. Un messaggio chiaro e forte, e ancora più pregno di significato in tempo di pandemia covid dove medici e sanitari sono sotto pressione e spesso ai malati viene a mancare ance l’affetto dei cari che non possono accedere ai reparti. Nella lettera il pontefice infatti si rivolge direttamente agli operatori sanitari e a tutti coloro che i malati incontrano nel loro percorso doloroso, “testimoni della carità” che versano sulle ferite “l’olio della consolazione e il vino della speranza”.

Secondo Francesco, "l'invito di Gesù a essere misericordiosi come il Padre acquista un significato particolare per gli operatori sanitari". Ricordando che “ogni approccio terapeutico non può prescindere dall'ascolto del paziente, della sua storia, delle sue ansie e delle sue paure”, Bergoglio ha sottolineato che “Le nuove tecnologie hanno permesso di approntare percorsi terapeutici che sono di grande beneficio per i malati” e che “la ricerca continua a dare il suo prezioso contributo per sconfiggere patologie antiche e nuove”, “Questo, però non deve mai far dimenticare la singolarità di ogni malato, con la sua dignità e le sue fragilità”. Non a caso il Pontefice si sofferma sulla medicina riabilitativa “che ha sviluppato notevolmente le sue conoscenze e le sue competenze”, ricordando che “Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia".

Nella missiva Francesco si rivolge infine direttamente “ai medici, agli infermieri, ai tecnici di laboratorio, agli addetti all’assistenza e alla cura dei malati, come pure ai numerosi volontari che donano tempo prezioso a chi soffre”. "Cari operatori sanitari, il vostro servizio accanto ai malati, svolto con amore e competenza, trascende i limiti della professione per diventare una missione. Le vostre mani che toccano la carne sofferente di Cristo possono essere segno delle mani misericordiose del Padre" prosegue il Pontefice che conclude: "Siate consapevoli della grande dignità della vostra professione, come pure della responsabilità che essa comporta".

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