“Il bimbo rischiava di rimanere orfano”: la storia della sentenza lampo per i due papà di Trento
È stata ripresa da tutti i giornali la storia della coppia di due papà che è riuscita a ottenere in tempi brevissimi dal Tribunale dei minori di Trento per il compagno del padre biologico, gravemente malato, l'autorizzazione a procedere all'adozione in casi particolari, la cosiddetta ‘stepchild adoption'. A Fanpage.it il legale della coppia, l'avvocato Michele Giarratano, ha spiegato come sono andate le cose e qual è la situazione in Italia.
Dottor Giarratano, cosa è successo ai due papà di Trento?
Sono stato contattato da una coppia di papà che con la gestazione per altri ha avuto negli Stati Uniti un bimbo, che farà tra poco quattro anni a fine anno. Lì sono stati riconosciuti subito entrambi come genitori e sono rientrati in Italia con un certificato di nascita dove tutti e due erano riportati come tali.
Il Comune di Trento, con la precedente giunta, ha tuttavia negato la trascrizione dell'atto di nascita e ha trascritto soltanto il genitore biologico. A quel punto, hanno intrapreso una battaglia legale per veder riconosciuto anche l'altro genitore. Ma, all'inizio di quest'anno, il papà legale, biologico, ha iniziato a stare male, a entrare e uscire dall'ospedale.
A quel punto cosa avete deciso di fare?
Spaventati per questa situazione, per quello che poteva succedere nelle more dei procedimenti, tra l'altro incerti, perché le Cassazioni sono state negative, abbiamo deciso d'urgenza di fare un ricorso di adozione in casi particolari al tribunale dei minorenni di Trento. Il bimbo rischiava di rimanere orfano, se il papà legale fosse morto, perché in Italia non era riconosciuto l'altro papà. Sarebbe stato dichiarato adottabile, con tutto ciò che questo comporta.
Ma il tribunale dei minori di Trento ha valutato che ci fosse una situazione d'urgenza e ha deciso di conseguenza, attraverso un procedimento molto scrupoloso, con le indagini e la relazione dei servizi sociali, l'udienza a cui, davanti ai giudici, hanno partecipato i genitori insieme al bambino. Tutto si è risolto in tempi davvero rapidi. Così, dopo aver presentato a marzo il ricorso, a luglio è arrivata la sentenza di adozione dell'altro papà, proprio perché c'era una situazione particolare. Il presidente del Tribunale per i minorenni di Trento, Spadaro, e gli altri componenti hanno, tra le righe, anche voluto far notare come, in assenza di una legge, per il minore ci fosse il rischio concreto di ritrovarsi orfano.
Quanto dura l'iter per le adozioni in casi particolari solitamente?
Il Tribunale è stato davvero velocissimo, perché purtroppo per una stepchild ci vogliono da uno a tre anni. Sono tempi lunghissimi durante i quali può davvero succedere di tutto. A me è capitato lo scorso anno che un papà morisse per un infarto improvvisamente.
Che cosa rappresenta questa sentenza? Che valore ha per il futuro?
Da un lato, questa sentenza dovrebbe invitare gli altri tribunali per i minorenni a delle buone pratiche per accelerare i percorsi di adozione. Dall'altro, ricordare al Parlamento che, per quanto l'adozione sia uno strumento utile, non è sufficiente. Serve che i bimbi vengano riconosciuti alla nascita come figli di entrambi i genitori, perché diversamente rischiano di ritrovarsi in situazioni drammatiche.
È un precedente importante perché può essere richiamata in altri giudizi, soprattutto se ci dovessero essere situazioni complesse. Ma, ripeto, dovrebbe essere anche utilizzata da altri tribunali per i minorenni rispetto al fatto che un procedimento di questo genere non può durare due/tre anni, come a volte capita. Non parliamo di un bambino che deve essere inserito in una famiglia, ma che lo è già, la procedura potrebbe essere sicuramente più veloce.
Qual è la situazione del riconoscimento dei figli delle famiglie omogenitoriali nel resto del mondo?
In Italia siamo indietro, nel senso che ci sono tantissimi Paesi dove alla nascita i figli di due mamme e due papà vengono riconosciuti immediatamente, per il solo fatto di essere nati all'interno di una progettualità familiare. Ma anche in quei Paesi dove non c'è il riconoscimento automatico dei figli, quindi quelli in cui bisogna fare richiesta per la stepchild, come la Germania, per esempio, il percorso è completamente diverso rispetto a ciò che avviene in Italia. Si tratta di un procedimento amministrativo: si presenta un'istanza e questa viene approvata.
Non c'è tutta la trafila lunga e tortuosa che si segue invece nel nostro Paese, e questo dà certezza subito al minore di avere le due figure genitoriali, senza che rischi di rimanere orfano. Ci sono dei Paesi, come la Spagna, in cui il riconoscimento per le mamme che scelgono la procreazione medicalmente assistita (pma) è immediato alla nascita, mentre per i papà che scelgono la gestazioni per altri (gpa) il procedimento è molto veloce, anche se non automatico.
In Italia qualche tempo fa esisteva la possibilità di fare la registrazione alla nascita, proprio perché c'era una lettura costituzionalmente orientata delle norme interne. Purtroppo, la Corte di Cassazione dice che è il legislatore che deve pensarci, e questo oggi non ci pensa, anzi, fa leggi in senso contrario. Così le Procure hanno iniziato a impugnare gli atti di nascita. Abbiamo la situazione paradossale di Padova, dove la Procuratrice ha impugnato atti di nascita di bimbi che hanno 5/6 anni, bambini con un'identità familiare formata a cui si vogliono togliere i genitori. Io seguo 13 delle 33 famiglie che hanno visto impugnarsi questi atti di nascita, fra novembre e dicembre avremmo tutte le udienze.