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Il balletto dei marinai sulle note di Jerusalema. La tenente: “Nulla di male, perché punirmi?”

Lʼepisodio, avvenuto nel cortile della caserma delle Scuole sottufficiali di San Vito, in provincia di Taranto, ha sollevato un polverone. La donna, che rischia la sanzione disciplinare della “consegna di rigore”, però si difende attraverso il suo legale: “Non ho fatto nulla di male”.
A cura di Biagio Chiariello
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 Prima il giuramento concluso a passo di danza nel cortile della caserma delle Scuole sottufficiali di San Vito, in provincia di Taranto, poi il procedimento disciplinare. La marina militare ha avviato un'indagine nei confronti della tenente di vascello, considerata la coreografa di quel balletto messo in scena sulle note del tormentone estivo Jerusalema; ora rischia la sanzione disciplinare della "consegna di rigore" per aver leso l'immagine della Forza armata. “Non ho fatto niente di male, non ho gettato alcun discredito sulle forze armate”, ha precisato l’ufficiale tramite il suo avvocato, Giorgio Carta. Il quale ammette la propria preoccupazione: “in ballo c’è una carriera” e spiega come “un’azione di rigore può arrecare gravi conseguenze anche sulla libertà personale”, ma allo stesso tempo si mostra fiducioso. “Mi auguro che alla fine i vertici militari ci ripensino”, confida il legale. La tenente di vascello potrebbe anche rischiare il trasferimento immediato a La Spezia.

"L'intento dell'ufficiale, madre di un bambino di tenera eta' e mossa dalle migliori intenzioni, è stato solo quello di rinfrancare lo spirito di tante giovani reclute sottoposte ad eccezionali precauzioni e ad isolamento dal resto del mondo" a causa dell'emergenza Covid – ha spiegato l'avvocato del tenente di vascello, Giorgio Carta – Sorprende che la scala gerarchica, per fatti assolutamente inoffensivi per l'immagine ed il prestigio della Marina militare, abbia invece ritenuto di avviare in tempo record addirittura un procedimento per la consegna di rigore, che è la più grave delle sanzioni di corpo, riservata quindi a comportamenti di massimo allarme e discredito".

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