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“I leader mondiali ascoltino il popolo che vuole la pace”, l’appello del Papa contro la guerra

Papa Francesco da Piazza San Pietro si è rivolto ai “responsabili delle nazioni” invitandoli a non perdere “il fiuto della gente che vuole la pace e sa bene che le armi non la portano mai”.
A cura di Antonio Palma
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“I leader mondiali non perdano il fiuto della gente che vuole la pace e sa bene che le armi non la portano mai", è l’accorato appello di Papa Francesco contro la guerra in Ucraina e per la pace ovunque nel mondo. Un appello rivolto ai capi delle nazioni in occasione della consueta recita del Regina Caeli di oggi in Vaticano. Bergoglio si è appellato "Alla Vergine Santa” ricordando le immani sofferenze del popolo ucraino. “Alla Vergine Santa presento in particolare le sofferenze e le lacrime del popolo ucraino di fronte alla pazzia della guerra. Continuiamo per favore a pregare ogni giorni il rosario per la pace” ha detto il Pontefice, aggiungendo: “E preghiamo per i responsabili delle nazioni, perché non perdano il fiuto della gente che vuole la pace e sa bene che le armi non la portano mai".

Nel suo saluto post Regina Coeli, Papa Francesco ha rivolto il suo pensiero ai popoli che soffrono per le conseguenze della guerra e in particolare a quello ucraino, ricordando l'odierna supplica alla Madonna di Pompei. “Proprio in queste ore tanti fedeli si stringono attorno alla venerata Immagine di Maria nel Santuario di Pompei per rivolgere la Supplica sgorgata dal cuore del Beato Bartolo Longo. Spiritualmente inginocchiato alla Vergine, Le affido l’ardente desiderio di pace di tante popolazioni che in varie parti del mondo soffrono l’insensata sciagura della guerra” ha dichiarato Papa Francesco. Un "saluto speciale" è stato rivolto da papa Francesco al termine del Regina Caeli "al gruppo di rifugiati ucraini e alle famiglie che li ospitano a Macchie, presso Perugia".

Nel corso del Regina Caeli, commentando il Vangelo offerto dalla liturgia odierna, il Pontefice ha rivolto anche un invito all'ascolto degli altri. “Oggi siamo travolti dalle parole e dalla fretta di dover sempre dire e fare qualcosa. Abbiamo paura del silenzio. Quanta fatica si fa ad ascoltarsi. Ascoltarsi fino alla fine, lasciare che l'altro si esprima. Ascoltarsi in famiglia, a scuola, al lavoro, persino nella Chiesa! Questo è un male del nostro tempo Ma per il Signore anzitutto occorre ascoltare” ha detto il Pontefice , aggiungendo: “Chiediamoci se siamo figli dell’ascolto, se troviamo tempo per la Parola di Dio, se diamo spazio e attenzione ai fratelli e alle sorelle. Chi ascolta gli altri ascolta anche il Signore, e viceversa. E sperimenta una cosa molto bella, cioè che il Signore stesso ascolta: ci ascolta quando lo preghiamo, quando ci confidiamo con Lui, quando lo invochiamo”

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