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“Ho un tumore”, prof invia certificati medici per non andare a scuola ma era tutto falso

L’insegnante di 36 anni che abita a Reggio Calabria aveva ottenuto un incarico a tempo determinato in una scuola in provincia di Vicenza ma per l’intero anno nessuno lo ha visto a causa di una grave malattia attestata dai certificati medici. Per le Fiamme Gialle i documenti però sarebbero tutti falsi e per questo l’uomo ora è accusato di truffa allo Stato,
A cura di Antonio Palma
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Invece di presentarsi normalmente a scuola per insegnare, inviava continui certificati medici sostenendo di avere un grave tumore da curare ma  in realtà si sarebbe inventato tutto solo per non andare al lavoro e restarsene a casa. Per questo motivo un insegnante precario di 36 anni è finito sotto inchiesta con l'accusa di truffa ai danni dello Stato e false attestazioni e certificazioni. L'uomo, originario della Calabria, era riuscito ad ottenere una cattedra in una scuola pubblica in Veneto ma per l'intero periodo del contratto a tempo determinato, equivalente quasi all'intero anno scolastico, nell'istituto nessuno lo aveva mai visto a causa di una gravissima malattia che diceva di avere: una patologia tumorale per cui era necessaria sottoporsi una terapia salvavita.

Come accertato dagli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, invece, il trentaseienne in realtà stava bene e non aveva alcun bisogno di cure urgenti e tali da non poter lavorare. Per questo nei confronti del docente reggino oltre alla denuncia è scattato anche il sequestrato preventivo delle somme indebitamente percepite. Il periodo di servizio considerato dalle Fiamme Gialle è quello tra ottobre 2018 e giugno 2019 quando l'uomo, pur percependo lo stipendio pieno, non ha mai preso servizio nell'istituto di istruzione superiore di Lonigo, in provincia di Vicenza, in cui aveva ottenuto un incarico come insegnante di sostegno. Il tutto grazie a continui certificati medici che ne attestavano la malattia grave ma che secondo le Fiamme Gialle erano completamente falsi. Tutto sarebbe cominciato da un certificato medico, apparentemente rilasciato da un ospedale di Reggio Calabria, che attestava la presunta grave patologia dell'uomo. In base al quel quadro clinico i successivi medici  avevano prodotto e trasmesso all’Istituto scolastico vicentino tutti i successivi certificati consentendo la presunta frode.

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