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Frana a Casamicciola (Ischia)

Giuliacci spiega perché alluvioni come quella di Ischia diventeranno sempre più frequenti

Il colonnello Mario Giuliacci ha spiegato a Fanpage.it perché in futuro fenomeni alluvionali violenti come quello verificatosi a Ischia il 26 novembre saranno sempre più frequenti: “A causa della persistenza dell’anticiclone africano i mari si sono surriscaldati. Così quando arrivano le perturbazioni atlantiche con masse d’aria più fresche assorbono più vapore che è la materia prima che dà luogo alle precipitazioni”.
A cura di Ida Artiaco
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Surriscaldamento dei mari, anticiclone africano e scioglimenti dei ghiacciai. Sono questi i tre fattori che possono spiegare perché l'alluvione che si è verificata a Ischia sabato 26 novembre, provocando la morte di 8 persone, mentre i soccorritori sono ancora impegnati nella ricerca dei dispersi, è un fenomeno destinato a diventare frequente nel prossimo futuro.

Ne è convito il colonnello Mario Giuliacci, meteorologo e direttore operativo di meteogiuliacci.it, che a Fanpage.it ha spiegato cosa sta succedendo dal punto di visto meteorologico, individuando le cause di quanto successo.

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Colonnello Giuliacci, come possiamo spiegare quanto è accaduto a Ischia sabato scorso?

"Quest'anno abbiamo avuto quasi sempre il sole, con l'anticiclone nord africano sempre tra i piedi. È una cosa che si era percepita già negli anni passati: se andiamo a vedere quali sono stati gli anni più caldi di sempre, dopo il 2003, possiamo individuarli nelle ultime sei annate. Il 2022 è alla pari col 2003 in termini di media, con appena due decimi di grado più freddo, ma se andiamo a vedere il numero di volte in cui sono stati superati i 34 gradi, il 2022 è al primo posto, con i mesi di giugno e luglio che sono stati roventi come non mai.

I mari a cominciare da maggio si sono surriscaldati più che in passato. Ciò vuol dire che quando arrivano le perturbazioni atlantiche con masse d'aria più fresche che passano su questi mari infuocati, come successo nei giorni scorsi, assorbono più vapore che è la materia prima che dà luogo alle precipitazioni. Per di più, il calore crea moti ascendenti che danno vita a temporali. Più calore c'è, più è probabile che il temporale sia violento.

A novembre i mari, soprattutto quelli meridionali, sono ancora più caldi rispetto alla media, per cui le perturbazioni che ancora giungono dall'Atlantico attraverso la Francia e la Spagna danno luogo a fenomeni di una certa intensità".

Cosa dobbiamo aspettarci nel futuro?

"Quello di Ischia non è un episodio limitato, ma uno degli eventi di un tipo di clima che nel prossimo futuro dovremmo mettere in conto perché la presenza dell'anticiclone si farà sempre più importante, complice la fusione dei ghiacciai polari.

Tuttavia, è difficile che possano ripetersi già a dicembre, perché i mari cominciano ad essere più freddi della terraferma. Ma il prossimo anno fenomeni violenti e alluvionali in autunno saranno più frequenti".

Ci spieghi questa correlazione tra anticiclone nord africano e scioglimento dei ghiacciai….

"Fino al 1990 l'anticiclone che dominava in Italia era quello delle Azzorre, più mite e più piovoso. Poi l'anticiclone che è diventato via via più frequente è stato quello africano. Lo scorso anno su 92 giorni di estate, per 82 è stato presente l'africano. E anche il prossimo anno dovrebbe essere caldo almeno quanto questo.

La causa è il surriscaldamento del pianeta ad opera dei gas serra che immettiamo dai combustibili fossili, al punto che i ghiacci polari fondono, con temperature ai poli in aumento di 6/8 gradi. Queste temperature saliranno ancora visto che il consumo di combustibili fossili a sua volta aumenta di anno in anno, con la conseguenza che la fusione dei ghiacciai polari sarà più intensa e l'anticiclone surriscalderà ancora di più i nostri mari con possibilità di dare vita a fenomeni violenti".

In questa situazione c'entra qualcosa La Niña?

"La Niña può influenzare la temperature ma non le precipitazioni. Quando c'è la Niña i fenomeni nevosi in novembre e dicembre diventano più frequenti, fa un po' più freddo. È prevista ad esempio una nevicata a quote basse domani, 29 novembre, e un'altra il 7 sempre dicembre sotto i 1000 metri.

Questa pre – incursione di aria fredda può essere influenzata da La Niña, che altro non è che un anomalo raffreddamento delle acque del Pacifico tropicale che, essendo grande quanto 1 settimo del pianeta, fa sentire il suo effetto anche sull'emisfero settentrionale e quindi sul Mediterraneo. Ma La Niña non è responsabile dell'anticiclone africano".

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