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“Gestiva centro massaggi a luci rosse”, a processo prof dell’università di Lecce

Secondo la procura di Brindisi un 57enne che insegnava matematica e fisica all’Università del Salento era il capo di una associazione per delinquere finalizzata alla prostituzione. A conferma dell’impianto accusatorio ci sono i racconti di alcune ragazze cinesi che lavoravano in questi “centri benessere”.
A cura di Susanna Picone
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Giudizio immediato a conclusione dell’inchiesta su massaggi a sfondo erotico nel centro Peonia rossa di via Grazia Balsamo, a Brindisi: la procura ha confermato le accuse mosse nei confronti di un insegnante cinese dell’Università del Salento arrestato il 16 settembre 2015 insieme ad altri italiani e cinesi. Il docente universitario è Wenchang Chu, 57 anni, da tempo residente in Puglia e conosciuto da tutti come “Vincenzo il vecchio di Gallipoli”. Insegnava matematica e fisica all'Università del Salento, ma secondo la procura di Brindisi era di fatto il capo di una associazione per delinquere finalizzata alla prostituzione. A conclusione delle indagini preliminari il gip Maurizio Saso ha disposto l'avvio del processo a carico dell’insegnante, che dovrà affrontare il giudizio e difendersi dalle accuse formulate dopo le indagini della squadra mobile.

L’inchiesta – L’inchiesta della Mobile era partita due anni fa da un volantino del centro Peonia rossa di via Grazia Balsamo a cui seguirono annunci affidati alle bacheche online e ad alcuni quotidiani cartacei del Salento. Si parlava di diversi trattamenti rigorosamente per soli uomini. I poliziotti piazzarono delle telecamere nascoste nelle stanze del centro benessere destinate agli incontri a luci rosse e poi le intercettazioni telefoniche a carico del professore hanno fatto il resto. A conferma dell'impianto accusatorio ci sono anche le testimonianze delle ragazze, di nazionalità cinese, che erano arrivate in Italia con la promessa di un lavoro ed erano poi finite in quattro centri benessere fra Brindisi, Lecce, Taranto e Gallipoli. Qui, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, le donne erano costrette a prostituirsi. I soldi che guadagnavano finivano nelle mani degli sfruttatori e chi osava ribellarsi subiva percosse e minacce.

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