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Genova, casa di riposo abusiva sfruttava operatori a 2 euro l’ora per turni di 48 ore

La scoperta da parte dei militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Genova durante una ispezione a sorpresa in una struttura che sorgeva nel comune Arenzano. Per i due responsabili, lei di 60 anni e lui di 66 anni, è scattata la misura cautelare coercitiva dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
A cura di Antonio Palma
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Avevano creato a tutti gli effetti una casa di riposto per anziani riuscendo a raccogliere anche diversi ospiti paganti ma in realtà avevano messo in piedi una struttura completamente abusiva, priva di ogni autorizzazione che oltretutto sfruttava i dipendenti, facendoli lavorare in nero, con paghe da fame e con turni massacranti. Per questo una coppia di coniugi liguri, lei di 60 anni e lui di 66 anni, è finita nei guai: denunciata dai carabinieri  e destinataria di una misura cautelare emessa dal Gip di Genova con l'accusa di caporalato. A scoprire tutto sono stati i militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Genova nell'ambito dei controlli nelle case di riposo del capoluogo ligure .

Nel dettaglio, le indagini a carico dei due indagati erano partire nel gennaio 2019 a seguito di una ispezione a sorpresa dei carabinieri nella struttura che sorgeva nel comune Arenzano e che all'epoca ospitava cinque anziani non autosufficienti. Dopo aver accertato che la casa di riposo era illegale e dunque impiegava manodopera completamente in nero, è emerso che, nel periodo tra il dicembre 2018 e il gennaio 2019, gli operatori venivano addirittura pagati appena 2 euro all'ora per turni massacranti che duravano anche 48 ore consecutive. Secondo gli inquirenti, la coppia di responsabili, sfruttava la condizione di bisogno e debolezza sociale dei lavoratori proponendo loro impegni gravosi per pochi euro a fronte di rette superiori ai 1.500 euro che percepivano dai familiari degli anziani ospiti, ignari di tutto. Comportamenti che configurano il reato di caporalato secondo gli inquirenti. Per la coppia quindi è scattata la misura cautelare coercitiva dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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