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Furto di 27mila campioni di Dna dei sardi: chiesto il processo per 13 persone

Il furto risale all’estate del 2016: 27mila provette sparirono dai laboratori Genos di Perdasdefogu, su un totale di 230mila contenenti il dna degli ogliastrini, utilizzato per lo studio della popolazione considerata una delle più longeve del mondo.
A cura di Davide Falcioni
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A tre anni dall'inizio delle indagini la Procura di Lanusei ha chiesto il rinvio a giudizio per tredici persone indagate per la lunga e complessa vicenda della sparizione di 27mila provette dai laboratori Genos di Perdasdefogu, su un totale di 230mila contenenti il dna degli ogliastrini, utilizzato per lo studio della popolazione considerata una delle più longeve del mondo. Il pubblico ministero Biagio Mazzeo, come spiegano i quotidiani locali, ha depositato la richiesta di processo che il giudice per l'udienza preliminare Nicola Clivio esaminerà nell'udienza fissata per i primi di settembre.

Nella richiesta di rinvio a giudizio compaiono i nomi di amministratori locali, consiglieri di Genos e SharDna, medici e collaboratori, sospettati a vario titolo di avere violato la legge sulla privacy sulla illecita trattazione di dati sensibili, ma anche di furto, peculato e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. A processo rischiano dunque di finire il professor Mario Pirastu, presidente di Genos, e la sua collaboratrice Simona Vaccargiu, accusati di furto aggravato in concorso per essersi impossessati delle provette degli ogliastrini, materiale trafugato da Perdasdefogu e ritrovato nell'ospedale San Giovanni di Dio a Cagliari; nei guai anche Maurizio Fossarello, primario di Oculistica dell'ospedale di Cagliari, accusato di peculato: avrebbe ospitato il materiale trafugato a titolo personale senza la necessaria convenzione. Gli altri indagati sono Renato Macciotta curatore fallimentare di SharDna, Mariano Carta sindaco di Perdasdefogu, Maurizio Caddeo, Tiziano Lazzaretti, Piergiorgio Lorrai, Walter Mura, Ercole Perino, Maurizia Squinzi, Franco Tegas e Mauro Valsecchi.

Il materiale genetico era scomparso alla fine dell'estate del 2016: si trattava di 230mila campioni  di centenari sardi appartenenti a 14mila ogliastrini di Perdasdefogu, Talana e Urzulei, utili per lo studio di una popolazione tra le più longeve del mondo. Il Parco genetico era stato inaugurato nei primi anni 2000 e ha visto assieme diversi partner fra cui l’Istituto di genetica molecolare del Cnr coordinato da Mario Pirastu, gli enti locali e la Regione. L’obiettivo, oltre a quello di studiare il segreto della longevità dei sardi, era anche esaminare molte malattie ereditarie.

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