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Furbetti del cartellino in ospedale, 27 dipendenti Asl licenziati e altri 23 sospesi a Bari

Le sanzioni decise dall’Ufficio procedimenti disciplinari dell’asl di Bari dopo lo scandalo assenteismo che ha coinvolto gli ospedali di Molfetta e Monopoli e finito al centro di ben due inchieste giudiziarie avviate dalle Procure di Trani e di Bari. Solo per uno dei 51 indagati è stata disposta l’archiviazione del procedimento disciplinare.
A cura di Antonio Palma
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Ben 27 operatori sanitari licenziati, tra medici e infermieri, e altri 23 sospesi dal loro incarico per un periodo che va dai 6 giorni ai sei mesi. È questa la durissima decisione presa dall'Ufficio procedimenti disciplinari dell'asl di Bari dopo lo scandalo assenteismo che ha coinvolto gli ospedali di Molfetta e Monopoli e finito al centro di ben due inchieste giudiziarie avviate dalle Procure di Trani e di Bari con l'accusa di truffa. La decisione è arrivata al termine di un lavoro durato oltre due mesi e che oltre ad analizzare gli elementi raccolti dalle indagini delle Procure, ha visto anche l'audizione di alcuni degli indagati che hanno ritenuto di dare la loro versione dei fatti. Nove licenziati lavoravano all'ospedale di Molfetta dove gli indagati erano 19, all' ospedale  San Giacomo di Monopoli invece sono 18 i licenziati su 32 indagati. Solo in un caso è stata disposta l'archiviazione del procedimento disciplinare, all'ospedale di Monopoli, per i restanti è scattata invece la sospensione.

L’espulsione, prevista dalla Riforma Madia, è stata applicata “valutando la proporzionalità e adeguatezza di tale massima sanzione, in riferimento allintenzionalità, alle modalità e anche alle maggiori o minori responsabilità per la posizione funzionale ricoperta, e alla quantità, per numero di episodi e durata delle assenze illecitamente non documentate” ha spiegato la Asl pugliese in un comunicato. Il responsabile dell'ufficio procedimenti disciplinari ha tento a specificare che la massima sanzione è stata applicata solo per i casi più gravi e cioè quando il badge veniva affidato ad altri per essere timbrato e per i medici che hanno scritto falsi attestati di presenza nei registri o nel sistema informatico per sé stessi o per terzi.

Nella decisione hanno pesato anche le maggiori o minori responsabilità per la posizione ricoperta e la quantità e il numero di episodi e durata delle assenze illecite dall'ospedale. I diretti interessati ora potranno ricorrere contro la decisione impugnando il provvedimento davanti al tribunale del lavoro.

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