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Incidente Funivia Stresa-Mottarone

Funivia Mottarone, svolta nelle indagini: ora la Procura vuole di nuovo in carcere i tre indagati

Olimpia Bossi, procuratrice di Verbania, dovrebbe presentare in giornata il ricorso al Tribunale del Riesame contro la scarcerazione di Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini. Intanto proseguono le indagini sulla tragedia che sabato 23 maggio è costata la vita a 14 persone sulla funivia Stresa – Mottarone.
A cura di Davide Falcioni
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A sedici giorni dalla tragedia sulla funivia Stresa – Mottarone costata la vita a 14 persone quella che inizia oggi, 7 giugno, sarà una settimana densa di appuntamenti sul fronte delle indagini: Olimpia Bossi, procuratrice di Verbania, dovrebbe presentare ricorso al Tribunale del Riesame contro la scarcerazione di Luigi Nerini, proprietario della società che gestisce l'impianto, ed Enrico Perocchio, il responsabile della sicurezza della struttura. I due infatti – pur rimanendo indagati – sono infatti tornati in libertà e agli arresti domiciliari resta solo Gabriele Tadini, l'uomo che avrebbe ordinato l'installazione dei "forchettoni" che hanno manomesso il freno d'emergenza della cabina numero 3, poi precipitata al suolo con le 15 persone che stava trasportando. Il Gip la scorsa settimana non ha convalidato i fermi dei tre indagati non riscontrando alcun motivato pericolo di fuga e ritenendo quindi la carcerazione una misura eccessivamente severa.

Sempre nella giornata di oggi l'avvocato di uno degli indagati avvierà l'istanza per un incidente probatorio sul luogo della tragedia; intanto il perito incaricato dalla Procura (il professor Giorgio Chiandussi, docente del Politecnico di Torino) si recherà sul Mottarone per una nuova analisi visiva dei reperti, e sempre lì tornerà il comandante provinciale dei carabinieri Alberto Cicognani con il collega dei vigili del fuoco Roberto Marchioni per studiare come rimuovere la cabina numero 3, che dopo essere stata posta sotto sequestro è ancora sulle pendice del monte: andrà però trasferita in un deposito dopo potrà essere ulteriormente esaminata dai tecnici.

Sempre in settimana si potrebbero avere le prime importanti risposte sulla fune traente, quella che sabato 23 maggio si è improvvisamente spezzata ma che , almeno in teoria, avrebbe dovuto sostenere uno sforzo fino a 5 volte superiore rispetto a quello a cui viene sottoposto. Il cavo, inoltre, era stato ispezionato dalla ditta Leitner il 20 novembre con regolare verifica magnetografica. Proseguono contestualmente le indagini sulla manomissione del freno d'emergenza della cabina: indagati sono Luigi Nerini, titolare della società di gestione dell'impianto pubblico, la Ferrovie del Mottarone srl, Gabriele Tadini, il capo degli operai, che materialmente dava l'ordine di inserire i "forchettoni" che impedivano ai freni di funzionare, ed Enrico Perocchio, il responsabile della sicurezza.

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