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Frasi razziste contro baby calciatore, la squadra vestirà sempre di nero in gara: “Così educhiamo”

Per rispondere agli insulti razzisti rivolti al baby calciatore durante la gara, la squadra del Peschiera Calcio ha deciso di cambiare maglia e scendere in campo con un completo tutto nero in solidarietà con il 17enne. “Queste cose non devono accadere, noi educhiamo ragazzi e li aiutiamo a crescere e dobbiamo condannare subito simili episodi”.
A cura di Antonio Palma
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Tutti i calciatori in campo con un completo tutto nuovo e completamente nero, così la società e calciatori del Peschiera Calcio hanno deciso di reagire al brutto episodio avvenuto nei giorni scorsi durante un partita under 17 tra Castelnuovo del Garda e Peschiera, quando un calciatore di soli 17 anni è stato preso di mira da un gruppetto di tifosi con insulti razzisti. Una reazione immediata voluta dal presidente della squadra, Umberto Chincarini, per dire no a qualsiasi episodio di discriminazione in campo e fuori. “Si è trattato di un episodio limitato nel tempo e nello spazio ma a me come presidente e alla squadra preme dire basta subito dalle piccole cose per evitare che tutto questo possa allargarsi” ha dichiarato Chincarini a Fanpage,it, aggiungendo: “Bisogna essere chiari nella vita, perché qui aiutiamo dei ragazzi a crescere e condanniamo simili episodi, chi non è d’accordo può andare da un’altra parte”. “Qui non si tratta di dire sono piccole o grandi insulti, queste cose non devono accadere, non si tratta nemmeno di condannare un paese e una città, si tratta di avere a che fare con dei cretini e con cretini noi non volgiamo avere a che fare” ha sottolineato Chincarini.

Come prima reazione dunque la prima squadra domenica prossima indosserà una maglietta in solidarietà del ragazzino, Jadson Bonizzato, poi da gennaio, come confermato dal presidente, la squadra indosserà un completo tutto nero che sostituirà quello tradizionale granata quando possibile. Non solo, il baby calciatore per premio nei prossimi giorni si allenerà anche con la Prima Squadra per dimostrargli vicinanza. Il 17enne in realtà non si è accorto di nulla in campo così come i suoi compagni di squadra. A raccontargli tutto sono stati i genitori che erano in tribuna e hanno sentito tutto denunciando l’episodio pubblicamente. "Lui ha il suo carattere, è pieno di vita ma noi vogliamo dimostrargli vicinanza perché è così che si educano i ragazzi” ha concluso il presidente.

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