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Foggia, uccise figlio dell’amante: parzialmente incapace di intendere ma aveva porto d’armi

Rosario Giuseppe Marano, 67 anni, condannato a dieci anni di reclusione e a 5 anni di Rems, strutture che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari., per l’omicidio del figlio della sua compagna, Vasyl Yenatiuk. La famiglia della vittima ora accusa anche i medici che attestarono la sua sanità mentale permettendogli il porto d’armi.
A cura di Antonio Palma
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La vittima dell'assassinio Vasyl Yenatiuk
La vittima dell'assassinio Vasyl Yenatiuk

Dieci anni di reclusione più altri cinque in una Rems, strutture che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari. Questa è la condanna inflitta dal Gup del Tribunale di Foggia nei confronti di Rosario Giuseppe Marano, l’uomo pugliese accusato di aver ucciso l’anno scorso il figlio della sua compagna, Vasyl Yenatiuk, bracciante agricolo 34enne di origine ucraine, e aver tentato di uccidere la stessa compagna e madre della vittima. Con questa sentenza il giudice per le udienze preliminari Dino Dello Iacovo ha accolto in parte la tesi del pm Roberto Galli, che sosteneva l’accusa e chiedeva venti anni ritenendo quindi che al momento del fatto Marano fosse parzialmente incapace di intendere e volere. L’assassinio e il tentato omicidio risalgono alla notte del 7 agosto dell’anno scorso quando in un casolare di campagna di Ascoli Satriano, dove Marano viveva con le due vittime, il 67enne uccise a colpi di arma da fuoco il giovane.

Come ricostruito dagli inquirenti e come hanno accertato ora nel processo di primo grado a carico dell’uomo, avvenuto con rito abbreviato su richiesta della difesa, l’omicidio sarebbe avvenuto a termine di un acceso litigio in casa. Il sessantasettenne ha estratto una pistola calibro 22 e ha freddato il 34enne prima di rivolgere la stessa arma contro la donna ferendola gravemente. “Ora riprende la nostra battaglia nei confronti dei due medici che avevano permesso a Marano di avere il porto d'armi, anche se era affetto da anni da gravissime turbe psichiche ed era un semi-alcolizzato" ha dichiarato l’avvocato di parti civile Michele Sodrio, soddisfatto per la sentenza. Secondo la famiglia, infatti, quei medici hanno attestato il falso e solo grazie ai loro falsi certificati l'omicida era in possesso di un autentico arsenale, tra cui anche la pistola con cui ha ucciso Vasyl.

“Sono soddisfatto dell'esito del processo, anche se credo che Marano meriti una pena detentiva maggiore. Però è importante e positivo per noi e per la giustizia che non sia stato considerato totalmente incapace, perché in questo caso sarebbe stato mandato del tutto assolto” ha commentato l’avvocato, sottolineando che “In accoglimento delle nostre richieste, il giudice ha anche stabilito delle pesanti provvisionali per i risarcimenti che sono immediatamente esecutive a favore delle parti civili e si è dato 90 giorni per le motivazioni”.

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