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Foggia, tutti in fila da loro per chiedere favori: arrestatati ex deputato e figlio consigliere

In manette sono finiti l’ex deputato dell’Udc Angelo Cera e del figlio Napoleone, consigliere regionale pugliese, con l’accusa di tentata concussione. I pm contestano ai due loro anche un tentativo di corruzione e l’indebita induzione a dare o promettere utilità. Nei loro uffici “si prendeva il bigliettino con il numero come nei supermercati per lo spaventoso flusso di persone che si recava da loro per chiedere favori di qualunque tipo” hanno spiegato gli inquirenti.
A cura di Antonio Palma
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Non avrebbero esitato a mostrare un'indole "spregiudicata" con comportamenti che delineavano  "senso di onnipotenza e assenza di scrupoli" nel portare avanti una "ostinata e livorosa programmazione criminosa", così il Gp di Foggia  ha motivato gli arresti dell’ex deputato dell’Udc Angelo Cera e del figlio Napoleone, consigliere regionale pugliese dei Popolari, finiti al centro di una inchiesta con l’accusa di tentata concussione. Si tratta dello stesso filone di indagini che vede coinvolti l’assessore regionale al Welfare, Salvatore Ruggeri, e il governatore Michele Emiliano, la cui posizione però è stata ridimensionata dal giudice per le indagini preliminari.

Ai due vengono contestati tre episodi ma solo per uno di questi è scattato l'arresto e cioè un tentativo di concussione non andato a buon fine ai danni di alcuni dirigenti del Consorzio di Bonifica per la Capitanata finalizzati all’assunzione di alcune persone. Per l'accusa avrebbero fatto continue minacce e pressioni anche attraverso l'attività politica come un emendamento soppressivo dei Consorzi di Bonifica, presentato e subito ritirato in Consiglio regionale, ma non avrebbero disdegnato minacce esplicite e al dirigente del Consorzio stesso. Gli altri episodi, per i quali il gip ha escluso i gravi indizi di colpevolezza, riguardano un presunta corruzione per evitare lo stop alla procedura di internalizzazione del Cup dell'Asl di Foggia per favorire l'azienda in appalto, e la nomina di una persona indicata da loro come commissario dell’Asp (Azienda per i servizi alla persona) di Chieuti.

In quest'ultimo caso, secondo gli inquirenti, padre e figlio avrebbero promesso come contropartita  il proprio appoggio elettorale al candidato sindaco di San Severo appoggiato dal governatore pugliese . Secondo il giudice, però, vi è un'assenza di collegamento tra l'appoggio elettorale e la nomina del commissario dell'Asp, che peraltro non è mai stata fatta. Conclusioni che fanno esultare il presidente Emiliano: "Tutta la mia vita professionale e politica è stata, è e sarà sempre orientata ad assicurare il rispetto del principio di legalità".

Secondo la Procura di Foggia, padre e figlio però non avrebbero solo portato avanti una continua opera di ricatto politico per ricevere in cambio favori per persone e aziende a loro vicine ma anche "una attività clientelare spaventosa". Secondo i pm, per entrare nell’ufficio dei Cera a San Marco in Lamis si prendeva il bigliettino con il numero "come nei supermercati per lo spaventoso flusso di persone che si recava da loro per chiedere favori di qualunque tipo". Per questo la Procura fa sapere che per le due contestazioni di reato per le quali il gip ha rigettato la richiesta di arresto, indebita induzione a dare o promettere utilità e corruzione,  si sta valutando se presentare appello

Per ottenere quello che pretendevano, secondo il gip, seguivano un "codice di onore, invalso presso una particolare categoria di politici", che avrebbe dato loro "in futuro continue occasioni per intavolare trattative parallele alle procedure ufficiali e tentare di condizionare altre nomine, altre assunzioni e altri affidamenti". Per loro però il Giudice ha disposto i domiciliari

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