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False eredità: truffa ai preti di tutta Italia. Arrestati marito e moglie

Un uomo e una donna di Ferrara sono stati arrestati. Avevano escogitato un complicato sistema e truffato preti in tutta Italia raggranellando con l’inganno la bellezza di sessantamila euro.
A cura di Davide Falcioni
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Hanno messo a segno truffe ai danni di numerosi preti di diverse province italiane, fra cui Pistoia, Udine, Brescia e Ferrara, riuscendo a raggranellare almeno 60mila euro. Dopo molti mesi di raggiri, i due truffatori, in concorso tra loro, sono stati scoperti e denunciati. A finire nei guai sono un uomo di 49 anni di Ferrara ed una 42enne cinese. I carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura di Pistoia, con il supporto dei colleghi delle stazioni di Pistoia e Ferrara, hanno eseguito una perquisizione nei confronti dei due  indagati, ai quali sono stati sequestrati due conti correnti bancari, aperti presso altrettanti istituti di credito ferraresi, che erano soliti utilizzare per la commissione delle truffe. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero pistoiese Claudio Curreli, hanno consentito di accertare il modus operandi della coppia: il 49enne si procurava in rete, attraverso la lettura dei necrologi o di articoli stampa locali, notizie su parrocchiani residenti in varie regioni italiane morti di recente. Una volta acquisite la informazioni, con la complicità della complice, mediante utenze fittiziamente intestate ad ignare persone di nazionalità straniera e spacciandosi per un sedicente dipendente o direttore di banca, contattava telefonicamente il prete o la parrocchia di riferimento, comunicando alla vittima designata che una persona da poco deceduta nella zona aveva lasciato una grossa donazione (dell'ordine di quarantamila euro) a favore della stessa parrocchia o, talvolta, in favore dello stesso parroco, a titolo personale.

Il sacerdote preso di mira veniva quindi invitato a contattare con la massima urgenza il notaio di fiducia della banca per comunicargli le coordinate bancarie su cui doveva essere accreditato il presunto lasciato. L'indagato, ottenendo in questo modo la fiducia della sua vittima, si spacciava poi anche per il professionista, qualificandosi, di volta in volta, con il nome di un notaio realmente attivo nella zona ma del tutto ignaro ed estraneo ai fatti. A quel punto chiedeva al prete di effettuare il pagamento di una cospicua somma (circa tremila euro) a titolo di presunte spese notarili, a suo dire occorrenti per sbloccare il lascito. Nella stessa circostanza o nel corso di successivi contatti telefonici l'indagato forniva alla vittima i dati del conto corrente su cui effettuare il bonifico. In alcuni casi, addirittura, dopo aver ricevuto un primo pagamento mediante il richiesto bonifico "urgente/istantaneo", l'indagato ricontattava il religioso dicendogli di non aveva ricevuto alcun accredito, a causa di ragioni di natura tecnica, e chiedendogli pertanto di effettuarne altri.

Fra le vittime designate anche alcuni sacerdoti pistoiesi che il 49enne ferrarese aveva contattato usando lo stesso collaudato modus operandi, senza tuttavia riuscire a portare a compimento la truffa in quanto – sospettando l'inganno – i religiosi non hanno effettuato alcun pagamento ed hanno invece denunciato l'accaduto ai carabinieri, così come ha fatto anche un notaio pistoiese una volta appreso dagli stessi parroci che il truffatore si era sostituito alla sua persona. I carabinieri hanno iniziato a indagare e nel giro di poco più di un mese hanno identificato i due truffatori e individuato la loro base operativa proprio nell'abitazione del 49enne ferrarese dove era stata allestita una vera e propria "centrale operativa" dotata di svariati telefoni cellulari, pc, tablet ed altre strumentazioni di supporto, compreso un sistema di videosorveglianza dell'abitazione stessa.

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