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Ex Ilva, sindacati proclamano sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti ArcelorMittal

Sciopero di 24 ore nella giornata di venerdì per tutti i dipendenti di ArcelorMIttal in Italia. “Dobbiamo scongiurare che a pagare il prezzo delle scelte scellerate di azienda e politica siano sempre i lavoratori” hanno spiegato Fim, Fiom e Uilm che chiedono all’azienda “l’immediato ritiro della procedura e al governo di non concedere nessun alibi alla stessa per disimpegnarsi”
A cura di Antonio Palma
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Sarà sciopero generale di tutti i dipendenti di ArcelorMittal dopo la decisione del gruppo di chiudere definitivamente l'ex stabilimento llva di Taranto. I sindacati confederati dei metalmeccanici Fiom, Fim e Uilm infatti hanno proclamato un giorno intero di sciopero in tutti gli stabilimenti italiani di ArcelorMittal. I dipendenti del gruppo si asterranno dal lavoro per 24 ore nella giornata di venerdì. La protesta di domani inizialmente era stata pensata solo per il sito di Taranto ma è stata successivamente estesa anche agli altri. Si partirà dal turno delle 7 di venerdì ma le modalità della mobilitazione saranno definite stabilimento per stabilimento dalle segreterie territoriali dei rappresentanti dei lavoratori

La decisione dello sciopero è stata presa a seguito del nulla di fatto emerso dopo l’incontro di ieri tra il Presidente del Consiglio e i vertici di ArcelorMittal, programmato per chiedere il ritiro della procedura di disimpegno dagli stabilimenti dell’ex Ilva annunciata il 4 novembre. Quanto emerso dall'incontro è "intollerabile", secondo i sindacati, perché "la multinazionale ha posto delle condizioni provocatorie e inaccettabili e le più gravi riguardano la modifica del Piano ambientale, il ridimensionamento produttivo a quattro milioni di tonnellate e la richiesta di licenziamento di 5mila lavoratori, oltre alla messa in discussione del ritorno a lavoro dei 2mila attualmente in Amministrazione straordinaria".

"Dobbiamo scongiurare che a pagare il prezzo delle scelte scellerate di azienda e politica siano sempre i lavoratori" spiegano i rappresentanti dei lavoratori. A un anno dalla firma dell'accordo siglato nel settembre 2018,  "non è possibile ritornare a discutere di quanto già affrontato negli ultimi 7 anni" sostengono Fim, Fiom e Uilm che chiedono all’azienda "l’immediato ritiro della procedura e al governo di non concedere nessun alibi alla stessa per disimpegnarsi, ripristinando tutte le condizioni in cui si è firmato l’accordo che garantirebbe la possibilità di portare a termine il piano Ambientale nelle scadenze previste. Le condizioni devono, inoltre, includere lo scudo penale limitato all’applicazione del Piano ambientale e il ritiro di qualsiasi ipotesi di esuberi".

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