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Errori sanitari, in Italia in media un caso ogni 10 giorni per struttura: il Rapporto MedMal

L’ultimo rapporto sulle malpractice nel mondo sanitario italiano realizzato da Marsh Italia. La maggior parte dei casi di errori sanitari vengono segnalati nell’attività chirurgica che rappresenta il 38,5%del totale, seguono gli errori diagnostici (20,3%), gli errori terapeutici (10,8%) e le infezioni.
A cura di Antonio Palma
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Sono in media 35 gli errori sanitari registrati in un anno per ogni struttura pubblica sul territorio nazionale, vale a dire circa uno ogni 10 giorni. È quanto emerge dall'ultimo rapporto sulle malpractice nel mondo sanitario italiano realizzato da Marsh Italia, gruppo che si occupa di intermediazione assicurativa e consulenza sui rischi. Secondo l'undicesimo report MedMal, l'importo medio liquidato per ogni singolo incidente è salito a 81.500 euro superiore ai 78.000 euro registrati lo scorso anno. Secondo l'analisi, che ha preso in considerazione un campione di 66 strutture pubbliche distribuite sul territorio nazionale, tra  presidi di primo livello, aziende ospedaliere polispecialistiche e universitarie e ospedali specializzati, la maggior parte dei casi di errori sanitari vengono segnalati nell’attività chirurgica che rappresenta il 38,5%del totale, seguono gli errori diagnostici (20,3%), gli errori terapeutici (10,8%) e le infezioni.

Diversa la classifica se si valutano invece le conseguenze economiche di questi errori sanitari per le strutture coinvolte. Nonostante rappresentino solo il 3,4% dei sinistri, infatti, gli eventi collegati al parto son quelli tra i più rilevanti in termini economici visto che pesano per il 14,6% sul totale con un valore del liquidato medio pari a 501mila euro. In effetti anche considerando gli errori con un costo uguale o superiore ai 500mila emerge come quelli collegati al parto siano prevalenti con il 25,7%, seguiti dagli errori chirurgici (21,7%) e diagnostici (21,4%).

Sempre secondo il report, i reparti ospedalieri più soggetti a denunce sono Ortopedia e Traumatologia (20,3%), Chirurgia Generale (12,9%) e Pronto Soccorso (12,6%), seguite da Ostetricia e Ginecologia (10,9%): queste quattro unità rappresentano insieme poco più della metà del campione. Per quanto riguarda i tempi di denuncia,  le infezioni risultano quelle  con i tempi più dilatati, con il 15,3% di denunce entro i 6 mesi e ben l’11% anche a distanza di oltre 10 anni dell’evento. Più rapidi sono invece i tempi relativi agli errori chirurgici, il cui 36,5% viene denunciato entro il primo anno, ma sono gli errori diagnostici, terapeutici e soprattutto quelli collegati a procedure invasive che risultano essere quelli con velocità di denuncia più elevata.

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