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Enna, disabile malata di covid violentata dall’operatore sanitario: l’uomo è il padre del bimbo

L’esame chiesto dai pm, che ha previsto la comparazione del materiale biologico dell’indagato e del feto, ha dato una compatibilità del 99,9 per cento. La Procura di Enna ipotizza che dietro la gravidanza non via sia un singolo episodio di violenza sessuale ma che gli stupri si siano ripetuti nle tempo.
A cura di Antonio Palma
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È il 37enne operatore sanitario dell'Oasi di Troina fermato dalla polizia di Enna il 7 ottobre scorso il padre del bambino che aspetta una giovane disabile ospite della stessa struttura, rimasta incinta dopo una violenza sessuale subita mentre era positiva al coronavirus. Lo hanno accertato le analisi del Dna disposte dalla stessa magistratura siciliana che sta indagando sulla bruttissima storia consumata tra le mura della struttura che all’epoca di fatti e era diventata "zona rossa".

L’esame chiesto dai pm, che ha previsto la comparazione del materiale biologico dell'indagato e del feto e che ha dato una compatibilità del 99,9 per cento, conferma e aggrava il quadro accusatorio nei confronti del 37enne che del resto aveva già confessato dopo l’arresto. La conferma definitiva della paternità arriverà solo dopo la nascita del piccolo quando verrà condotta una nuova analisi del dna ma i risultati dell’analisi preliminare sul feto ha spinto gli investigatori della Procura di Enna a ipotizzare che dietro la gravidanza non via sia un singolo episodio di violenza sessuale ma che i comportamenti del 37enne contro la donna siano stati reiteranti nel tempo.

Nonostante la difesa dell’uomo, la Procura ha acquisito anche le perizie di due esperte che hanno confermato la totale incapacità della giovane a dare il proprio consenso a un rapporto sessuale. La stessa tesi è stata ribadita più volte dalla stessa struttura di cui era ospite ricordando che la giovane non ha nemmeno contezza della gravidanza. “La ragazza non ha coscienza della gravidanza. Non credo si accorga del suo stato. Non ha percezione anche se sente i movimenti del bimbo, non riesce a capire e neanche si riesce a farle capire" ha spiegato infatti Michelangelo Condorelli, direttore sanitario dell'Oasi Maria Santissima di Troina.

Di pari passo al filone principale la polizia, incaricata delle indagini, sta cercando di capire se l’uomo abbia avuto comportamenti analoghi anche con altre pazienti della struttura che a lui erano state affidate. La Procura infatti vuole capire se siano stati messi in atto atri episodi di violenza sessuale su donne incapaci di intendere.

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