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È morto Walter De Benedetto, era stato indagato e assolto per coltivazione di cannabis terapeutica

È morto Walter De Benedetto, malato di artrite reumatoide da trentacinque anni e diventato un punto fermo nella battaglia per le cure terapeutiche. Era stato indagato e assolto per via della coltivazione domestica di cannabis terapeutica.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Walter De Benedetto è morto. Malato di artrite reumatoide – una grave malattia neurodegenerativa – da molti anni, è stato al centro di una battaglia personale per via della coltivazione di cannabis terapeutica in casa. Per la coltivazione domestica, De Benedetto era stato indagato e poi assolto un anno fa. Negli anni la sua storia è diventata famosa, anche per via dei suoi appelli alle istituzioni, di fatto mai ascoltati. La sua causa è la causa di moltissime persone in Italia. Per via dei lancinanti dolori della malattia, infatti, l'unica possibilità che aveva era quella di coltivare cannabis per poterli alleviare. L'annuncio della sua morte è stato dato sulla sua pagina Facebook.

L'uomo, che viveva a Olmo nel comune di Arezzo, diventato simbolo della battaglia per la liberalizzazione della cannabis a scopo terapeutico. "Si è battuto contro la violenza di uno Stato che l'ha processato per la cannabis – ha scritto su Twitter Marco Cappato – Ha vinto la battaglia ma non abbiamo fatto in tempo a vincere con lui per la legge. Andiamo avanti. Grazie Walter". L'attivista si riferisce alla battaglia per il referendum sulla legalizzazione della cannabis, infranta contro il muro alzato dalla Corte Costituzionale che ha dato parere contrario alla formulazione del quesito referendario. La battaglia vinta di cui parla Cappato, invece, è quella di De Benedetto con la giustizia. Nell'aprile di un anno fa, infatti, era stato assolto perché il fatto non sussiste dall'accusa di aver coltivato a casa marijuana: per il Gup di Arezzo la produceva e utilizzava a scopo terapeutico per la sua malattia.

Sulla stessa linea il ricordo di Riccardo Magi, deputato e presidente di +Europa: "Ha lottato tanto, non solo contro la malattia ma per cambiare questo Paese. Lo ha fatto e ha vinto in tribunale dove uno Stato proibizionista, folle e crudele lo ha portato come imputato per essersi coltivato la Cannabis che gli serviva ad alleviare i suoi dolori. Lo ha fatto sostenendo le campagne e le iniziative per legalizzare la cannabis senza mai risparmiare energie. Riposa in pace caro Walter, continueremo a lottare per gli stessi obiettivi, a partire dalla mia proposta sulla coltivazione domestica, che proprio ora è in discussione in Commissione Giustizia e ti avrebbe evitato un processo e tante preoccupazioni".

L'ultimo appello lanciato da De Benedetto era arrivato un paio di mesi fa: "Caro presidente Fico, cara ministra Dadone, caro presidente Pierantoni mi permetto di farmi portavoce di chi aspetta da anni una legge che renda legale coltivarsi a casa 4 semplici piantine di cannabis, per chi come me ne ha bisogno per alleviare il dolore – diceva in un video diffuso dal Comitato Cannabis Legale – Per chi è costretto ogni giorno a rivolgersi alle piazze di spaccio, in Parlamento la proposta c’è, i numeri per approvarla anche. Io come tanti altri ho sperato nel referendum Cannabis, ora tocca a voi ascoltarci, decidere e permettere all’Italia di fare un passo avanti. Noi continuiamo ad aspettare, ad aspettare voi".

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