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Morto a 81 anni il cardinale australiano George Pell: fu condannato per pedofilia e poi assolto

Il cardinale George Pell, prefetto emerito della Segreteria Vaticana per l’economia, è morto oggi a 81 anni per le complicazioni di un intervento all’anca. Condannato a 6 anni di carcere nel 2019 per pedofilia, aveva trascorso 13 mesi in prigione, prima di essere assolto nel 2020. Papa Francesco aveva detto: “Gli dobbiamo tante cose”
A cura di Antonio Palma
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È morto il cardinale George Pell, il più alto prelato della Chiesa cattolica coinvolto in un scandalo pedofilia. L’81enne Pell è deceduto nelle scorse a Roma per complicazioni cardiache dopo un intervento chirurgico all'anca.

L’ultima apparizione in pubblico del cardinale George Pell risale ad appena pochi giorni fa, proprio in Vaticano, dove era tornato per partecipare ai funerali di Papa Ratzinger. Martedì sera poi l'improvviso aggravamento delle sue condizioni sopraggiunte dopo una operazione all’anca, programmata da tempo.

Già arcivescovo di Melbourne e di Sydney, Pell era stato chiamato ad assumere un incarico di altissimo prestigio in Vaticano quando fu coinvolto in uno scandalo che ha sconvolto la chiesa cattolica portando a una sua condanna per abusi su minori prima di un successivo proscioglimento.

Prefetto della Segreteria vaticana per l'economia, nel 2017 era stato costretto a lasciare l’incarico e a tornare in Australia per sottoporsi al processo per un caso di abusi su minori risalente al periodo in cui era arcivescovo di Melbourne negli anni '90. Pell era accusato di aver abusato di due chierichetti di 13 anni all'interno di una sacrestia.

Pur professandosi sempre innocente, era stato condannato a sei anni nel 2019 da una giuria popolare e aveva trascorso 13 mesi in prigione prima che l'Alta corte australiana annullasse il verdetto nel 2020 "per ragionevole dubbio". Mesi in cella, la gran parte trascorsi in isolamento, che lui stesso aveva raccontato nel libro "Diario di prigionia".

Una vicenda giudiziaria che lo aveva portato lontano da ogni ruolo nella Chiesa ma non dalla tonaca. Dopo l’assoluzione, era tornato a Roma nel 2020 e gli era stato conferito il titolo di prefetto emerito della Segreteria per l'Economia.

In quella occasione Papa Francesco lo aveva ringraziato per la sua "testimonianza", sottolineando che a causa di una “calunnia” si era dovuto "allontanare da questa amministrazione". “È stato Pell a fare lo schema di come si poteva andare avanti", aveva detto il Papa, aggiungendo: "È un grande uomo e gli dobbiamo tante cose”.

Dopo l'assoluzione lo stesso Pell aveva affermato che "non c'erano dubbi" sul fatto che il suo stile diretto e il suo approccio tradizionale a questioni come l'aborto avessero spinto molti contro di lui. "Il fatto che io difenda gli insegnamenti cristiani è irritante per molte persone", aveva spiegato.

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