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Due uomini e un bimbo danno fuoco ad un cane e lo e uccidono: ricompensa a chi aiuta nelle indagini

Cosparso di gasolio e dato alle fiamme, poi inseguito e finito con una grossa pietra. I fatti sono avvenuti a Paternò in provincia di Catania, dove da giorni si sta cercando di dare un volto e un nome ai responsabili di questa barbarie. Un professionista di Paternò ha offerto una ricompensa a chi fornirà notizie sui responsabili.
A cura di Biagio Chiariello
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Prima hanno cercato di bruciarlo vivo, poi mentre tentava disperatamente di mettersi in salvo in un ruscello, lo hanno iniziato a colpire con delle pietre. Fino ad ucciderlo. Questa la sconvolgente fine di un cane di circa 3 anni, probabilmente randagio, domenica scorsa su una strada provinciale di Paternò, grosso centro agricolo della provincia di Catania. I responsabili sarebbero tre uomini – due adulti e un ragazzo – che avrebbero cosparso la povera bestia di gasolio e poi lo avrebbero lapidata: a metterli in fuga un gruppo di giovani che hanno chiamato i soccorsi per il povero animale. Trasferito in pronto soccorso veterinario, il randagio non ce l’ha fatta: è morto poco dopo.

“Un signore grande, uno più giovane, un bambino, hanno tirato una grossa pietra a un cane che fuggiva mentre era in fiamme – ha raccontato Massimo Anicito, presidente del gruppo animalista ‘Cani randagi’, intervenuto dopo la segnalazione -. Il cane si era gettato in un ruscelletto e lì gli hanno gettato un grosso masso in testa”. “Era ustionato, la mascella spaccata, un buco in testa”, ha raccontato Anicito.  Un professionista di Paternò ha offerto una ricompensa a chi fornirà notizie sui responsabili.

“Nelle campagne di Paternò un cane è stato barbaramente ucciso – ha scritto su Facebook il sindaco Nino Naso – La polizia municipale farà l’impossibile per individuare i responsabili di un gesto vile e vigliacco come questo. Come sindaco sono molto amareggiato per ciò che è accaduto e condanno fortemente ciò che è successo. Questo vuol dire che vi sono ancora persone, nel 2020, capaci di gesti di estrema crudeltà. Non ci fermeremo. Indagheremo come comune finché i responsabili non saranno assicurati alla giustizia”.

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