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Dose di radioterapia 200% in più di quella prescritta su bimbo di 6 anni: 2 medici a processo a Perugia

La terribile storia di un bimbo di di 6 anni che dopo le cure per una leucemia ha riportato “una grave regressione nelle capacità di cognizione e di ragionamento e un notevole deficit di coordinazione”
A cura di Antonio Palma
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Per errore sottoposto a una radioterapia alla testa del 200 per cento superiore a quella prescritta e che avrebbe provocato nel bambino di appena 6 anni una patologia cerebrale con disabilità permanente. È la terribile storia di un minore che oggi ha undici anni e che nel 2016 era stato preso in cura  all'ospedale di Perugia ritrovandosi però con "una grave regressione nelle capacità di cognizione e di ragionamento e un notevole deficit di coordinazione". Per quei fatti sono finiti sotto ora processo due medici del nosocomio umbro, l dottore a cui vien imputato fisicamente l'errore e l'allora dirigente della struttura complessa di radioterapia che aveva in cura il piccolo paziente. Entrambi i camici bianchi sono stati citai in giudizio con l'accusa di lesioni personali colpose.

I fatti contestati ai medici risalgono al periodo tra l'ottobre e il novembre del 2016 quando il piccolo venne sottoposto alla cura per una grave forma di leucemia. In base alla ricostruzione del pm, durante il trattamento ci sarebbe stato un enorme errore medico che avrebbe provocato nel bambino una patologia cerebrale irreversibile. Dopo la radioterapia, infatti, il bimbo aveva iniziato ad accusare i primi problemi notati dalla famiglia. In seguito a vari esami e controlli, era stata poi accertata la nuova patologia. A questo punto la decisione di rivolgersi agli avvocati per presentare una denuncia-querela che ha portato alle indagini della magistratura, arrivate ora a conclusione.

Secondo i pm quello del medico che aveva in cura il bimbo è un "macroscopico errore di determinazione e calcolo della dose di irradiazione precauzionale encefalica". Indicata in 4,5 Gray a seduta "per un'irradiazione complessiva di 36 Gray (in forza di otto sedute)" la dose di radioterapia, sempre secondo i magistrati,  si è così "discostata  e sostanzialmente aumentata del 200 per cento rispetto a quella prescritta al minore dal medico che lo aveva in cura" che aveva stabilito "una dose pari a 1,5 Gray per ogni seduta".  Il dirigente della struttura di radioterapia oncologica , invece, è stato chiamato in causa perché "essendo titolare di una posizione di garanzia" nei confronti del bambino, "ometteva di controllare e verificare che l'esecuzione del trattamento radioterapico fosse effettuata nei termini e nelle dosi rigorosamente indicati, così da contribuire casualmente all'insorgenza della patologia cerebrale che non si sarebbe verificata ove avesse compiutamente controllato la correttezza del trattamento radioterapico".

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